Marocchino nascondeva un arsenale da guerra nell’armadietto della ditta

Sala Bolognese, l’uomo è già detenuto in carcere per altri reati

Alcune delle armi in possesso del marocchino

Alcune delle armi in possesso del marocchino

Bologna, 7 febbraio 2016 - Bombe a mano, fucili, munizioni da guerra e proiettili. È un vero e proprio arsenale quello ritrovato dalla Guardia di finanza e dagli artificieri dei carabinieri all’interno dell’armadietto di un marocchino, responsabile della sicurezza delle spedizioni di una nota ditta di logistica con sede a Sala Bolognese. L’operazione che ha portato al ritrovamento delle armi, guidata dalle Fiamme gialle, risale ad alcuni giorni fa.

I finanzieri sarebbero stati indirizzati da una confidenza molto circostanziata e, dopo aver preso accordi con il proprietario e il custode del magazzino della ditta, hanno proceduto a una perquisizione notturna, puntando a colpo sicuro sull’armadietto del responsabile della sicurezza. Qui i militari hanno trovato, invece che innocui effetti personali, una piccola santabarbara, composta da bombe a mano, fucili, munizioni da guerra e circa 200 proiettili. L’uomo, che attualmente è già in carcere per altri motivi, ma che ha precedenti legati proprio al possesso di armi in casa non dichiarate, potrebbe essere chiamato a spiegare perché custodisse nel suo armadietto, all’interno del magazzino, quell’arsenale. Soprattutto, bisognerà chiarire se il marocchino agisse con altri complici, se utilizzasse l’armadietto solo come nascondiglio temporaneo per le armi o se sfruttasse il suo status di responsabile della sicurezza per far viaggiare in totale tranquillità fucili, bombe e munizioni verso altri luoghi.

Intanto, per fare luce su tutta questa intricata e preoccupante vicenda è stato aperto un fascicolo contro ignoti, visto che lo stesso nascondiglio potrebbe essere stato usato anche da altre persone. Tutte le armi sono state sequestrate per i dovuti accertamenti balistici e per verificare se siano effettivamente funzionanti e pronte a essere usate.

Gli inquirenti, quindi, non escludono alcuna ipotesi e trattano la vicenda con la massima attenzione. Andranno valutate, infatti, anche le eventuali reti di contatti che il marocchino ha stretto in questi anni, per escludere le ipotesi più preoccupanti. Le indagini serviranno anche a vagliare la sussistenza di eventuali simpatie o coinvolgimenti, al momento del tutto ipotetici, dell’uomo con ambienti prossimi al fondamentalismo islamico.

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