GABRIELE MIGNARDI
Cronaca

Il rombo delle moto per l’addio a ‘Bedo’

Ultimo commosso saluto per il centauro che oggi avrebbe compiuto 26 anni. Il lungo corteo dei compagni di sella fino al cimitero

Il rombo delle moto per l’addio a ‘Bedo’

Il rombo delle moto per l’addio a ‘Bedo’

Una folla di amici e parenti, tanti giovani e decine di motociclisti ieri mattina hanno portato l’ultimo commosso saluto a Manuel Bedonni (‘Bedo’ per gli amici), il 25enne motociclista di Sasso Marconi morto sabato scorso in ospedale, tre giorni dopo l’incidente avvenuto poco dopo le 21 del 24 aprile, sulla Porrettana vecchia, a Pontecchio. Una fila continua all’l’ingresso alla camera ardente ha rappresentato l’omaggio di centinaia di persone al ragazzo nato e cresciuto nella comunità sassese, attivo nel volontariato locale, vicino alla Pubblica assistenza ed appassionato biker, che oggi avrebbe compiuto 26 anni. In prima fila i compagni di sella dei diversi gruppi come il Bologna reparto corse (Brc) e Zola centaura che hanno allineato le loro moto dentro e fuori il piazzale della Camera mortuaria del Maggiore, l’ospedale dove per quasi tre giorni Bedonni ha lottato tra la vita e la morte. Fino alla resa, quando i sanitari del reparto Rianimazione hanno dichiarato la sua morte e colto il consenso di mamma Katia che come estremo gesto di amore ha autorizzato la donazione degli organi che ora aiuteranno la vita di altre persone.

"La gentilezza era il suo tratto distintivo, rispettoso e caloroso, coltivava la la sua passione per la moto, macinando tantissimi chilometri, ma non mancava mai ad appuntamenti del suo paese e anche della sua scuola", ha ricordato una sua maestra alla scuola Grimaldi. Straziante l’uscita della bara in legno chiaro che prima di essere caricata sul carro funebre ha ricevuto il lungo abbraccio di mamma Katia sostenuta dalle amiche. Il saluto scritto nel cuscino di fiori recitava: ciao Super Bedo. Stessa frase riportata sulle magliette bianche indossate dagli amici, e firmate e appoggiate sulla salma. Il ricordo fotografico lo ritrae in sella alla sua moto. La frase cita in prima persona la sua visione della vita: "io sono uno spirito libero...sempre gas aperto". Come le moto allineate sul piazzale che al passaggio del feretro hanno portato il motore al massimo dei giri, prima di aprire e chiudere in un lungo corteo funebre diretto al polo crematorio del cimitero di Borgo Panigale. Una commozione ed un accompagnamento che ha affollato le pagine social dove diversi pensieri avevano ricordato anche destino del papà Marco, morto nell’aprile dello scorso anno al termine di una lunga malattia che aveva provato anche il figlio Manuel. Appassionato di motori, aveva trasmesso questo amore anche al figlio che in una foto postata su Instagram aveva scritto che "Nella vita non bisogna avere sogni per poi chiuderli in un cassetto, è per questo che mi pongo degli obiettivi e li raggiungo sempre".

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