Stefano Biondi
Bologna

Il più ricco di sempre

Stefano Biondi

Stefano Biondi

Bologna, 27 settembre 2014 - Mai prima d'ora il Bologna aveva avuto un proprietario ricco quanto Massimo Zanetti. Fosse una corsa, la vincerebbe per distacco anche nei confronti di Gazzoni, che ai bolognesi ha comunque regalato anni di divertimento. Lecita rimane la domanda che in molti si pongono, pur accompagnata da una rabbia eccessiva: perché Zanetti non è entrato prima? Tre sono le risposte possibili. Perché Guaraldi non era ancora pronto ad accettare la resa senza condizioni. Perché è da inizio 2011 che Zanetti pensa che un giorno sarebbe rientrato, a patto che i vecchi soci fossero andati a Canossa. Perché gli stessi soci non gli hanno dato la certezza che Tacopina avesse, oltre a Saputo, altri alleati in grado di completare l’operazione. Se, lasciato in panne, il Bologna fosse fallito, Zanetti avrebbe messo a rischio la quotazione a Wall Street della sua holding: non si sbarca in Borsa se si è, anche alla lontana, imparentati con un fallimento. Comunque, il paradosso è incredibile: sono molti i bolognesi che, pensando a ciò che con Joe e Joey poteva essere e non è stato, non riescono a godersi la notizia (perché di bella notizia si tratta) che racconta di un Bologna finito in mani solide e capaci, qualunque sarà l’investimento complessivo, di tenere a distanza siderale dal club il rischio di fallire, le questue per l’iscrizione, le penalizzazioni, i dubbi periodici sulla possibilità di pagare gli stipendi.

In poche parole, di dimenticare la raffica di umiliazioni degli ultimi anni e i gesti, a volte intollerabili (come la cessione di Diamanti), che l’ultimo presidente ha compiuto sfidando la città. Il Bologna non è finito nelle mani di uno degli uomini più ricchi del Canada, ma non è il caso di essere tristi, anche se tutti, arrivati a questo punto, avremmo voluto conoscere l’epilogo di questa storia. È svanito in pochi minuti il sogno americano ed è rinato il sogno bolognese. Era accattivante l’idea di allargare gli orizzonti, sperimentando un nuovo modello di sviluppo. Ma è rassicurante pensare che a occuparsi della squadra del cuore, che da anni non trova pace, sia un bolognese subito in grado di garantirle lunga vita. Guaraldi, messo alle strette, ha scelto un approdo sicuro rispetto a una soluzione affascinante, ma accompagnata da una quota di rischio. E se Zanetti è l’uomo dei colpi di scena (gennaio 2011 le dimissioni lampo e oggi l’acquisizione altrettanto fulminea), chi l’ha detto che questo club non possa, un giorno, avere anche un’anima americana?

 

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