Olinsky e i topi, alla Rocchetta Mattei la mostra di un artista ‘fantasma’

Fino al 3 settembre

Una tela di Olinsky

Una tela di Olinsky

Bologna, 6 agosto 2017 - Incombono irriverenti e divertiti, forse per le sensazioni discordanti che provocano, i topi sottilissimi che appaiono all’improvviso sulle pareti della Rocchetta Mattei. Sono alcune tra le opere più celebri di un artista i cui contorni sconfinano nella leggenda. E nel gioco.

Oggi, nello spazio fiabesco del castello a Grizzana Morandi (ore 18, fino al 3 settembre.) inaugura infatti, una retrospettiva sull’opera di Olinsky, un pittore fantasma, forse solo il frutto della fantasia del curatore dell’esposizione Paolo Sandano (artista anche lui), i cui dati anagrafici lo raccontano ultra centenario in esilio volontario dal mondo.

Sandano, inevitabile iniziare chiedendole subito chi è Olinsky?

«È un personaggio che racchiude in sé più storie, più personalità, più racconti di vita. Sovrapposti, confusi, mescolati. In lui si sommano le biografie di artisti che hanno fatto la storia dell’arte, da Monet a Mondrian a Picasso. Tutti insieme. Olinsky è il risultato di un incrocio di laboratorio».

Un mostro di Frankenstein dell’arte.

«Una creatura indefinibile che ama giocare con le citazioni e assumere, ogni volta, le sembianze di uomini che lo affascinano e attraverso i quali lui sperimenta vite che altrimenti non avrebbe mai vissuto. Chiuso come è nel suo studio a dipingere».

Un po’ come lei, che del fantomatico Olinsky è l’immagine pubblica e il biografo.

«Certo, noi due siamo interscambiabili, lo conosco talmente bene da aver, a volte, il sospetto, che io e lui siamo la stessa persona. Dubbio legittimo, per carità. Ma quello che conta, più che l’artista, sono le opere: che riflettono una incredibile varietà di stili e che presenteremo alla Rocchetta».

Rocchetta alla quale, vuole la leggenda Olinsky sia molto legato...

«Le cronache, i manoscritti perduti, narrano che nei primi del Novecento l’artista, in Italia sulle orme di Goethe, arrivò alla Rocchetta affascinato dai poteri esoterici del Conte Mattei, che lui sentiva molto vicino. Fu accolto dal figlio e, per sdebitarsi, dipinse alcune tele ispirate alla sua permanenza nel luogo. Tele che saranno esposte per la prima volta alla Rocchetta Mattei».

Dove ci saranno anche i quadri più famosi, quelli con Topolino. Come nacque questo interesse per la star della Disney.

«Anche in quel caso l’incontro avvenne durante il viaggio. Olinsky era nel 1925 alla Gare de Lyon a Parigi e trovò una copia di Topolino abbandonata in una sala d’attesa. Fu una folgorazione. Da allora quel topo divenne la sua ossessione, il centro della sua ricerca, nella carriera si sono succeduti diversi stili, ci sono differenti ‘periodi Olinsky’. Ma il topo c’è sempre».

Ci dica la verità, per quanto andrà avanti l’avventura del suo alter ego?

«Non lo so, ha talmente tanti anni, è passato attraverso così tante vicende che inizio a pensare che Olinsky potrebbe diventare il primo artista ad aver scoperto l’elisir dell’immortalità. E, forse, è stato proprio il padrone di casa della Rocchetta Mattei ad averglielo regalato durante il suo soggiorno lì. Potrebbe persino decidere di rompere il suo isolamento e farci visita oggi. Magari travestito da Paolo Sandano».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro