Terremoto in Regione, Pd: via alle primarie allargate, nessuno stop ai candidati

Applauso in apertura della direzione regionale per l'assente Vasco Errani. Passa la linea dei renziani doc, congresso rinviato al dopo elezioni. E nasce già il Comitato "Richetti presidente" FOTO La riunione di via Rivani VIDEO Bonaccini non si tira indietro - Bonaccini: "Primarie aperte a chi ha consenso vero" - Richetti: "Pronto a valutare la mia candidatura"

(FotoSchicchi)

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Bologna, 12 luglio 2014 - Alla fine è stata accolta, di fatto, la richiesta di una deroga ai paletti fissati dal regolamento per le primarie di coalizione, per consentire a tutti quelli che vogliono correre per la presidenza della Regione di farlo. Una mossa sponsorizzata soprattutto dai cosiddetti renziani doc, a partire dal deputato Matteo Richetti (nasce già il comitato per la sua candidatura) e dall'ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani. "In chiusura il segretario ha chiarito che il mandato che chiede è a fare primarie che non impediscano a nessuno di proporre il proprio progetto per la Regione agli elettori - spiega Richetti al termine della direzione - questo è un partito serio che, al di là  di regole e procedure, ha chiarito il nodo politico e cioè: proprio quando la partita si fa difficile, nessuno si può permettere di chiudersi in 6-7 in una stanza".

 

Nessun limite ai candidati

Dunque, continua Richetti, "il Pd mette in campo un percorso in cui nessuno può dire: non mi fanno provare. E questa è una garanzia per tutti. Il mandato che chiede Bonaccini è di costruire questo percorso con chi vuole governare la Regione insieme a noi e, a partire dalle regole dello Statuto, che non si possono cambiare, ci sara' un'interpretazione" in sostanza più larga dei paletti fissati dal regolamento. "Da questo punto di vista - sostiene Richetti -  si consentirà a tutti quelli che si vogliono candidare di farlo. E l'unanimità non e' di facciata". Stefano Bonaccini conferma ("Non impediremo a nessuno di potersi candidarsi"), ma avverte: "Non lasceremo in campo l'anarchia, quindi servono delle regole e vedremo con gli alleati. E' chiaro che chi si candida deve avere un consenso vero, non è che possiamo candidare il primo che passa per strada. Ci metteremo a disposizione per chi ha un consenso vero ma ha bisogno di una mano sul territorio".  La direzione Pd ha dato quindi mandato all'unanimità a Bonaccini di trattare con gli alleati la costruzione di una coalizione in vista delle regionali anticipate all'autunno.

 

Primarie di coalizione nel nostro Dna

"Primarie di coalizione - sottolinea  Bonaccini al termine della riunione - perché non dobbiamo sentirci autosufficienti. Poi ci troveremo di nuovo qui per decidere come il Pd dovrà comportarsi nel rispetto delle regole, ed eventualmente se si può modificare qualcosa, ma evitando che qualcuno pensi che vogliamo impedire delle candidature". E aggiunge: "Renzi apprezzerà che oggi è' venuto fuori un Pd così unito da una situazione cosi', mentre da altre parti può accadere anche di peggio". Bonaccini ribadisce dunque che "le primarie sono nel nostro dna", anche se la porta per un candidato unitario resta comunque aperta. La data delle primarie, ovviamente ancora non c'è, (anche se il consigliere regionale Pd Thomas Casadei propone già tre opzioni: 14, 21 o 28 settembre). Quando ci sarà la data del voto, sottolinea Bonaccini, "a ritroso" saranno definite le scadenze per presentare le candidature. 

 

L'applauso per Vasco Errani

 Era iniziata con la relazione del segretario uscente Stefano Bonaccini e con l'applauso per il governatore dimissionario (assente) Vasco Errani poco dopo le dieci e mezza la direzione regionale del Pd (foto) convocata d'urgenza nella sede di via Rivani, a Bologna. "Le sentenze si rispettano senza discuterle, anche quelle dolorose - ha detto Bonaccini in apertura - le dimissioni di Errani non sono dovute, la sua è una scelta esemplare". E nella relazione Bonaccini aveva subito annunciato il rinvio a dopo le elezioni regionali del congresso regionale e l'insediamento da oggi della commissione per le primarie di coalizione, guidata da Giorgio Sagrini (responsabile organizzativo del Pd Emilia-Romagna) e con una componente per ogni area dell'ultimo congresso. Nella sua relazione in apertura Bonaccini precisa che si tratta di una decisione presa insieme e condivisa con gli 11 segretari provinciali del Pd. È dunque l'imprimatur politico in favore delle primarie che in tanti chiedevano nel partito.

 

I partecipanti

All'appuntamento in via Rivani sono arrivati, tra gli altri, oltre al segretario provinciale di Bologna, Raffaele Donini, il sindaco Virginio Merola, il deputato Andrea De Maria, i candidati alla segreteria regionale (di cui oggi si formalizzerà il terzo rinvio) Paolo Calvano, Enrico Campedelli e Antonio Mumolo, la capogruppo Pd in Regione, Anna Pariani, la vice presidente regionale Simonetta Saliera e gli assessori Luciano Vecchi e Paola Gazzolo.Presente anche il deputato Matteo Richetti, tra i papabili per la successione alla presidenza dell'Emilia Romagna. Assente invece, per ora, Vasco Errani, componente di diritto della direzione. Assente anche un altro dei possibili candidati alla presidenza della Regione, Daniele Manca. 

 

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