Appello Caramazza, confermati i trent’anni per Caria

Delitto del freezer. Nel processo d'appello accolta la richiesta del pg per l’artigiano sardo che uccise la fidanzata

Giulio Caria in una passata udienza (fotoSchicchi)

Giulio Caria in una passata udienza (fotoSchicchi)

Bologna, 30 marzo 2016 – «Confermate la pena», era la richiesta del pg per Giulio Caria, 36 anni sardo della Gallura, autore dell’omicido della compagna Silvia Caramazza, commercialista di 39 anni il cui corpo fu trovato il 25 giugno 2013 nascosto nel freezer della casa in cui i due vivevano in viale Aldini. E la richiesta è stata accolta: 30 anni per l'artigiano sardo

Caria, a settembre del 2014 era stato condannato a trent’anni durante il rito abbreviato. Il gip non fu tenero con lui: «Un predatore brutale e disumano. Un parassita che, venendo sfumare la possibilità di sfruttare ancora la preda, ha fatto scattare tutta la sua ferocia», scrisse infatti nelle motivazioni il gip Gianluca Petragnani Gelosi.

Il processo si è celebrato oggi nonostante i ripetuti tentativi dell’imputato di rimandarlo con continui cambi di avvocato. Tutto nel duplice tentativo di fare scadere i termini della misura cautelare (Caria è sempre rimasto in carcere) e di guadagnare altro tempo: oggi infatti sarebbe scaduta la corte d’assise d’appello che avrebbe dovuto essere ricostituita in caso di ulteriori rinvii. Giulio Caria non era presente in aula.

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