Regione, condidarsi o no? Per Bonaccini è l'ora della verità

Le primarie Pd potrebbero svolgersi il 21 settembre

Bologna, Stefano Bonaccini del Pd (Foto Imagoeconomica)

Bologna, Stefano Bonaccini del Pd (Foto Imagoeconomica)

Bologna, 1 agosto 2014 - La sua scelta probabilmente non arriverà questa sera, durante la direzione regionale del Pd convocata in via Rivani, ma il tempo stringe per Stefano Bonaccini, segretario uscente dell’Emilia Romagna e nome forte per il dopo Errani. All’orizzonte è sfumata, almeno per ora, la possibilità di ottenere la delega all’Organizzazione nella segreteria nazionale del Pd: Renzi, che ieri avrebbe dovuto annunciare la nuova squadra, ha infatti rimandato tutto a dopo l’estate causa impasse sulle riforme in Senato.

Una scadenza che non permette a Bonaccini di attendere oltre sulla decisione se correre o meno per la presidenza della Regione e che lo avvicina di più a viale Aldo Moro. Anche perché molti, dentro e fuori il partito, si stanno spazientendo e vorrebbero una decisione chiara da parte del segretario regionale. E perché lo stallo delle ultime due settimane ha permesso l’avanzata di figure finora rimaste in secondo piano. In particolare, quella dell’assessore regionale all’Istruzione, Patrizio Bianchi, già indicato da Errani, che può contare anche sull’appoggio dell’area prodiana dentro e fuori il Pd e sulla stima del mondo sindacale e produttivo. In campo resta anche la vice presidente di viale Aldo Moro, Simonetta Saliera, che ieri, a margine della direzione provinciale del Pd, ha commentato: «Si deve, partendo dai programmi, trovare una candidatura che tenga unito il partito e sia condivisa dalle parti sociali. Chi pensa di essere all’altezza e ha idee e programmi si metta a disposizione. Per lavorare io ci sono».

Intanto, le primarie saranno al centro del dibattito di stasera della direzione del Pd regionale. La commissione incaricata ha individuato due possibili date — domenica 21 o domenica 28 settembre — e soglie d’accesso diverse per i candidati rispetto a quelle, molto rigide, previste dallo statuto democratico. La proposta che sarà avanzata stasera alla direzione prevede che ciascuno degli esponenti Pd dovrà presentare, entro i primi giorni di settembre, il 35% delle firme dei componenti dell’assemblea regionale del partito o il 10% degli iscritti di tutta l’Emilia Romagna (circa 7-8mila firme). Su questo punto, però, si annuncia un dibattito molto acceso in direzione. L’ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani, ieri ha attaccato di nuovo Bonaccini sulle regole, mentre un gruppo di renziani bolognesi (tra cui Benedetto Zacchiroli, Francesca Puglisi, Matteo Lepore, Simone Gamberini e Marco Lombardo) ha firmato un documento in cui si chiede di poter raccogliere le firme necessarie anche fra gli elettori e non solo tra gli iscritti al Pd.

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