Cassa di Risparmio, Grassi lascia la presidenza

"Futuro difficile, Carisp solida". L’istituto verso il rinnovo completo del consiglio d’amministrazione

Tomaso Grassi (foto Ravaglia)

Tomaso Grassi (foto Ravaglia)

Cesena, 3 gennaio 2016 - «Tra un mese lascerò il posto di presidente. Era una decisione già presa e avevo già anticipato la mia indisponibilità alla rielezione perché la perdurante crisi dell’ippica richiede un mio maggiore impegno. La convocazione anticipata di un paio di mesi dell’assemblea dei soci quindi non ha fatto altro che accelerare un processo già in atto. Me ne vado con l’animo sereno perché sono consapevole che il futuro della Cassa di Risparmio di Cesena sarà complicato, ma sono certo che sarà assolutamente sicuro perché la banca è solida con un patrimonio di 300 milioni, ben strutturata e fortemente radicata nel territorio».

Tomaso Grassi conclude così la conferenza stampa convocata ieri dalla Cassa di Risparmio di Cesena per fare il punto sulla situazione della banca, dopo la ridda di voci scatenate dalle decisioni di rimborsare i 33 milioni di euro raccolti un anno fa col prestito obbligazionario, anziché convertirlo in azioni come previsto, per evitare una penalizzazione col prevedibile calo del prezzo dei titoli azionari, e di anticipare al primo febbraio l’assemblea dei soci per il rinnovo del consiglio d’amministrazione. Le mosse sono dovute alle indicazioni espresse dalla Banca d’Italia dopo l’ispezione conclusa in luglio. L’istituto non intende diffondere pubblicamente la relazione in quanto «materia riservata».

Il nuovo consiglio Carisp, al quale competerà il piano industriale ormai ultimato da parte di Prometeia, avrà un numero di membri inferiore agli attuali undici e sarà fortemente rinnovato. Lo ha detto Bruno Piraccini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena che insieme alle Fondazioni di Lugo e Faenza controlla il 66% del capitale azionario Carisp. «Temevamo che il caos mediatico legato alle vicende di Banca Etruria, Banca Marche e delle Casse di Risparmio di Ferrara e Chieti invogliasse molti dei potenziali amministratori a girare al largo dalle banche, ma non è così: abbiamo raccolto numerose disponibilità e non ci saranno difficoltà a comporre il consiglio, che avrà sette o nove membri, due dei quali espressi dagli azionisti privati. Ciò significa che è molto buona la percezione della Carisp tra le persone che hanno un elevato profilo e quindi possono essere proposte per il consiglio d’amministrazione».

L’assetto della Cassa di Risparmio è comunque destinato a mutare in un giro di tempo relativamente breve: per riequilibrare gli indici richiesti dalla Banca d’Italia serve un aumento di capitale da 50-60 milione di euro entro quest’anno. E’ probabile che ci sarà una sollecitazione agli attuali 13.206 azionisti e a un gruppo di fondazioni e banche, lasciando per ultimi i fondi speculativi che hanno già espresso interesse.

Ma nel giro di pochi anni l’assetto muterà di nuovo: entro aprile 2019 le Fondazioni di Cesena, Lugo e Faenza dovranno cedere forti quote di azioni perché potranno avere non più del 33% del loro patrimonio investito nella banca: servirà trovare chi è disposto a investire altri 100-120 milioni. E nel frattempo è probabile che ci sia qualche fusione.