Carife, task force delle associazioni

"Rimborsi, quanti errori e problemi". Sabato mattina al Ridotto l’assemblea pubblica con i risparmiatori

I rappresentanti delle quattro associazioni dei consumatori

I rappresentanti delle quattro associazioni dei consumatori

Ferrara, 19 ottobre 2016 - Sono oltre 2mila gli obbligazionisti che hanno già bussato alle porte delle associazioni dei consumatori per chiedere supporto e patrocinio nell’intricata vicenda dei ristori. Ma le incertezze, come riportato nelle ultime settimane, sono molte e gravi: per questo Federconsumatori, Lega Consumatori, Adoc e Adiconsum si sono unite nell’organizzazione di un’assemblea che si terrà sabato, dalle 10, al Ridotto del Teatro Comunale.

«Cercheremo di fare il punto, per quanto ancora possibile, sulle procedure e sui problemi che stiamo cercando di sbrogliare», esordisce Roberto Zapparoli di Federconsumatori. Su tutti, l’incognita che grava sui circa mille obbligazionisti che hanno cointestato il ‘bond’ al coniuge o ai figli: «In pratica c’è il rischio fondato che il cointestatario sia escluso dal rimborso automatico – afferma Filippo Massari dell’Adoc –, perdendo paradossalmente anche il diritto a ricorrere all’arbitrato. Un fatto stravagante, oltre che gravissimo, che stiamo provando a risolvere anche bussando alle porte della politica e delle istituzioni...».

Per questo motivo, molte fra le pratiche che in teoria potrebbero essere già inviate al Fondo Interbancario per attivare l’iter del rimborso, sono ancora ferme: «Il fatto poi che non ci sia ancora chiarezza sugli arbitrati – sottolinea Massimo Buja, avvocato di Federconsumatori –, in pratica tiene in scacco tante persone, incerte se chiedere il ristoro forfettario all’80% o tentare la strada dell’arbitrato, anche se impervia, per tentare di riavere tutte le somme azzerate». Un rebus che a Ferrara ha assunto dimensioni molto rilevanti: «Basti pensare che Carife, tra le quattro ‘good banks’, è quella con il maggior numero di obbligazionisti, circa 4mila sui 10mila totali – ricorda Enrico Scarazzati della Lega Consumatori, affiancato dal legale Antonio Frascerra –; siamo di fronte perciò a un dramma sociale oltre che economico, se si pensa che la platea degli azzerati conta anche 28mila azionisti di cui non ci siamo certo dimenticati. Chiediamo perciò chiarezza, e magari anche una proroga».

Perché la scadenza del 3 gennaio per la presentazione delle richieste di rimborso si avvicina a grandi passi, malgrado l’iter sia partito – non per colpa di risparmiatori e associazioni – con mesi di ritardo, e come detto sugli arbitrati si sia ancora in alto mare. «E’ un lavoro immane – concorda Milena Grassi dell’Adiconsum –; e per chi presenta le istanze, che si tratti del risparmiatore o delle associazioni, c’è anche una forte assunzione di responsabilità. Perché in caso di errore, anche lieve, si rischia un’esclusione che può cancellare anche l’opzione dell’arbitrato». Per ciò, aggiunge Scarazzati con una punta di polemica, «conviene affidarsi alle associazioni che operano con coscienza e professionalità, e non a qualche... corsaro del risparmio che suggerisce ai risparmiatori azzerati fantasie impraticabili».

L’incontro di sabato è dunque aperto a tutti i risparmiatori: «Ma abbiamo invitato anche esponenti politici e delle istituzioni – dice Zapparoli –: noi non promettiamo la luna, né chiediamo che qualcuno venga a far promesse che non è in grado di mantenere. Ma i 28mila azionisti non possono cadere nel dimenticatoio». Risparmiatori «forse non abbindolati o truffati nel senso letterale del termine, con l’onere della prova peraltro a loro carico – conclude Filippo Massari –: ma sicuramente sono stati convinti dai funzionari della banca ad acquistare quelle obbligazioni, con la garanzia che sarebbero state sicure ed avrebbero avuto un rendimento superiore a quello di altri investimenti. E poi si sono ritrovati invischiati in questo marasma».