Pesaro, 9 giugno 2013 - Lo considerava come un figlio. Gli voleva bene, gli aveva lavoro e futuro. Si confidava con lui, gli aveva raccontato tutta la sua vita. E lui lo ha tradito, uccidendolo con 5 colpi di pistola alla testa per rubargli i soldi in cassaforte e chiudere con dei vecchi prestiti passati. I carabinieri hanno svelato stamani in conferenza stampa i nomi dei killer di Andrea Ferri, il benzinaio di 51 anni, sposato e padre di due figli, ucciso in un agguato lunedì scorso dopo esser uscito dalla casa di una sua amica. Il killer era il suo dipendente prediletto: Donald Sabanov, 25 anni, macedone, celibe, residente a Trasanni di Urbino con una compagna, palestrato, sempre in cerca di soldi. Per allontanare i sospetti da sé, il killer ha cercato di far passare il delitto come passionale uccidendo Andrea Ferri dopo un  incontro con una ragazza nigeriana. Invece era un trucco. Lo ha ucciso per rubargli la chiave del caveau che teneva in macchina andando poi con questa a fare razzia. C'è andato due giorni più tardi, riuscendo a rubare 20mila euro. E' stato riconosciuto attraverso le immagini delle telecamere dalla sua camminata. Sabanov ieri era andato al funerale del suo datore di lavoro, non poteva non andare. Lo hanno arrestato all'uscita della chiesa: 'Carabinieri, seguici'.

Sabanov è  stato portato in caserma e dopo qualche ora ha cominciato a fare le prime ammissioni. Ma non ha fatto tutto da solo. Insieme a lui è stato arrestato Karim Bari, 23 anni, marocchino, calciatore, cittadino italiano, residente a Morciano di Romagna nella casa della famiglia d'origine. A casa sua è stata rinvenuta la pistola calibro 7.65 utilizzata nel delitto. L'ha indicato lui stesso dove si trovasse.  Entrambi i giovani fermati sono accusati di omicidio aggravato premeditato e porto abusivo di arma. Rischiano l'ergastolo. All'uscita stamani dalla caserma dei carabinieri di Sabanov per il suo trasferimento in carcere, i suoi colleghi di lavoro e amici della vittima hanno tentato il linciaggio urlandogli insulti.  Non sono escluse ulteriori complicità ma su questo i carabinieri (colonnello Giuseppe Donnarumma e i suoi collaboratori) non hanno voluto fornire indicazioni. L'inchiesta, coordinata dal pm Monica Garulli e dal procuratore Manfredi Palumbo, è tutt'altro che finita. A partire dalla ricerca del denaro rubato da Sabanov che ancora manca all'appello. Ed inoltre, la frequentazione di palestre di quest'ultimo, l'uso di anabolizzanti e forse di droga. C'è ancora da indagare su un omicidio che ha sconvolto una città.

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