Colpito da rarissima setticemia: «Mio figlio salvato in extremis»

La mamma: «I medici di Ravenna hanno compiuto il miracolo»

Il batterio era presente nella saliva del suo cane (foto repertorio)

Il batterio era presente nella saliva del suo cane (foto repertorio)

Ravenna, 18 febbraio 2015 - Non sempre le storie a lieto fine fanno notizia. Di certo quella di Gianluca Vona merita di essere raccontata perché parla di un giovane di 25 anni ritornato a sorridere grazie alla buona sanità. Il suo dramma è iniziato il 7 dicembre scorso, quando a causa di un terribile e subdolo batterio – il cui nome già incute timore, Capnocytophaga canimorsus -, presente nella saliva di cani e gatti, è stato colpito da una rarissima forma di setticemia. «Se oggi è salvo – spiega la madre Carmela Vrenna, lo dobbiamo al tempestivo intervento di diversi medici dell’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, che con caparbietà e professionalità, sono riusciti nel miracolo di salvarlo. Ci hanno detto che questo è il terzo caso al mondo, e probabilmente il primo in Italia, di una persona che è riuscita a salvarsi da questo batterio, pur non avendo la milza, come mio figlio, fattore che aumenta il rischio in quanto abbassa le difese immunitarie». 

Tutto è iniziato con una banale febbre e dolori vari che, in un primo momento, fanno pensare a un’influenza. I sintomi però peggiorano velocemente e alla febbre sempre più alta si aggiungono forti dolori addominali. Da lì la decisione di rivolgersi al pronto soccorso ravennate dove, in poche ore, Gianluca perde i parametri vitali, entrando in coma. «A salvargli la vita – racconta la madre –, sono stati la tempestiva intuizione del personale medico del pronto soccorso e la decisiva azione del chirurgo di turno, il dottor Guerra. Il batterio lo stava devastando.

Quando è stato operato, ancora non era chiaro cosa avesse, ma la colecisti era scoppiata e il pancreas ‘friggeva’, i polmoni erano pieni d’acqua. Gli hanno tolto la colecisti ma non ci avevano dato speranza. Poi è stato affidato all’incredibile personale del reparto di Terapia intensiva e Rianimazione. Sono stati molto colpiti dalla giovane età del ragazzo e si sono messi a studiare, facendogli fare analisi di biologia molecolare. Dopo quattro giorni, sono riusciti a individuare la famiglia del batterio per un antibiotico mirato. A quel punto non era più in pericolo di vita, ma si temeva l’amputazione degli arti. Per fortuna, anche questa terribile evenienza è stata scongiurata e ora Gianluca sta meglio, è tornato a casa. Il percorso è ancora lungo fra fisioterapia, esami e cure al centro ustioni di Cesena, ma il pericolo grosso è scampato».

Gianluca non avrebbe mai pensato che una banale ‘leccatina’ del suo cane, su un graffio di qualche giorno prima, potesse avere conseguenze così gravi. «Dopo tanti casi di mala sanità – conclude Vrenna –, è bello sapere che l’ospedale della città in cui abbiamo scelto di vivere brilli per medici professionali, capaci e umani, tenendo fede a quel giuramento di Ippocrate che dovrebbe rappresentare non solo un atto di appartenenza a una categoria ma il sentirsi parte integrante di una missione».