'Ndrangheta, arresti per estorsione / VIDEO

Operazione Scramble, Guardia di Finanza in azione tra Emilia Romagna, Lazio e Calabria: minacce ai figli di un pentito. In tre nei guai, uno risiede a Massa Lombarda

Guardia di Finanza, operazione Scramble (FotoSchicchi)

Guardia di Finanza, operazione Scramble (FotoSchicchi)

Ravenna, 24 gennaio 2018 - Hanno estorto 50mila euro ai figli, residenti a Conselice, dell’ex boss Nicola Femia, ora collaboratore di giustizia, minacciandoli e qualificandosi come appartenenti alla ‘ndrina dei ‘Bellocco’ di Rosarno (Reggio Calabria). La Guardia di finanza del comando provinciale di Bologna, in collaborazione con lo Scico (Servizio centrale investigazione criminalità organizzata), su ordinanza del gip Gianluca Petragnani Gelosi, ha arrestato per estorsione con il metodo mafioso, tre affiliati alla cosca reggina: F.B., classe 1983 residente a Siderno (RC), C.F., residente a Siderno ma domiciliato in Anzio (RM) e L.C., classe 1967 residente in Massa Lombarda (RA).

L'operazione, denominata Scramble, nasce proprio dalle dichiarazioni di Femia (condannato per associazione mafiosa a seguito della sentenza emessa dal Tribunale di Bologna il 22 febbraio 2017 che lo ha ritenuto capo e promotore di un’associazione di stampo mafioso operante nel settore del gioco illegale) che aveva riferito alcuni episodi di estorsione ai suoi danni e successivamente ripresi ai danni dei figli. La vicenda risale al gennaio 2011, quando l’attuale collaboratore di giustizia ha ricevuto le prime richieste estorsive di 250mila euro, da parte della ‘ndrina dei Bellocco, collegate alla gestione di una sala scommesse che dirigeva a Roma.

A causa delle successive vicende giudiziarie, che avevano coinvolto sia Femia che gli estorsori, le richieste di denaro si era fermate, per poi riprendere tra la fine del 2015 e il 2016. Con il boss in carcere, però, i tre ‘ndranghetisti si erano rivolti ai figli di Femia, residenti a Conselice, a cui erano stati chiesti i 250mila euro, già pretesi nel 2011. I figli del boss, dopo le continue minacce ricevute dai tre uomini, che per intimidirli avevano dichiarato di essere affiliati alla ‘ndrina Bellocco, decidono di pagare.

A novembre del 2016, quindi, dopo aver ottenuto uno sconto consegnano ai tre uomini 50mila euro in tre soluzioni. Le indagine portate avanti dai finanzieri, alla fine, ha portato all’arresto dei tre esponenti della ‘ndrina di Rosarno, grazie anche all’utilizzo delle telecamere di sorveglianza installate sul municipio del Comune di Conselice, che avevano ripreso un incontro tra i tre uomini e il figlio di Femia.

Come scrive il gip nell’ordinanza, questo ‘ha permesso di riscostruire e riscontrare analiticamente la vicenda estorsiva che ha visto coinvolti a Conselice, da un lato, come parti offese, i figli del noto boss Nicola Femia e dall’altro, nella veste di autori del delitto estorsivo, gli odierni indagati, inseriti o gravitanti nell’orbita della 'ndrina Bellocco, comunque avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal gruppo criminale di stampo 'ndranghetista.