Donna scomparsa, l’sms di Guerrina: "Scappata col mio amore"

E’ stato inviato a un’amica il 25 luglio ma sospettano che non sia stata lei a scriverlo

Guerrina Piscaglia

Guerrina Piscaglia

Rimini, 8 settembre 2014 - SEMPRE PIU’ aggrovigliato il giallo di Guerrina e non cresce l’ottimismo sulla sorte della donna. C’è intanto un fatto nuovo e soprendente: oltre ai tre sms spediti alla suocera subito dopo la scomparsa, ne spunta adesso un quarto, giunto a destinazione il 25 luglio ovvero a quasi tre mesi da quel primo maggio in cui Guerrina Piscaglia era stata inghiottita nel nulla in un tragitto di cinquecento metri di strada. E’ un messaggino che lascia aperti molti dubbi, anche per l’italiano zoppicante in cui era stato digitato. A riceverlo non un familiare, ma un’amica della donna, residente a Ca’ Raffaello, che a suo tempo aveva manifestato pubblicamente perplessità su come andavano le cose nella piccola canonica del paesello. Nell’sms Guerrina si rivolgeva direttamente all’amica in questi termini: «Tu hai parlato male di un uomo di Dio mentre io sono scappata con il mio amoroso».  NON MANCANO le incongruenze: a quale scopo è stato inviato il messaggio? Perché proprio alla compaesana che non si era nascosta nel denunciare presunti episodi poco chiari nell’ambiente della chiesa? Di sicuro l’sms è partito dal cellulare di Guerrina, c’è invece da capire se sia stata proprio la donna a inviarlo oppure un’altra persona che in questo momento ha il possesso materiale del telefonino. D’altra parte fonti investigative continuano a battere il tasto dell’allontanamento volontario. Secondo questa ipotesi la donna sarebbe davvero scappata con un uomo di cui si era innamorata e qui torna in gioco il fantomatico venditore ambulante marocchino che avrebbe preso parte, alla vigilia del primo maggio, al famoso incontro in casa di Guerrina, insieme a lei, al marito Mirko Alessandrini e a padre Gratien Alabi, al momento l’unico indagato della vicenda.  Il perché sia scattata l’iscrizione nel registro è presto detto: secondo gli inquirenti, in questo caso il pubblico ministero Marco Dioni che ha interrogato in procura il religioso per sette ore, il frate sa molto di più di quello che racconta. E anche se tecnicamente il capo di imputazione è il sequestro di persona, Alabi di fatto non contribuirebbe alla soluzione del caso.  Insomma, una sorta di favoreggiamento nell’eventualità in cui fosse successo qualcosa di grave alla donna dopo la fuga col venditore ambulante.  NON A CASO il clima che si respira intorno alla vicenda non è particolarmente incoraggiante. Procura e carabinieri, infatti, non trascurano alcuno scenario compreso quello, estremo, della morte di Guerrina Piscaglia. Sembra strano, ad esempio, che la donna non abbia mai cercato alcun contatto con il figlio Lorenzo, 22 anni, disabile; un ragazzo a cui lei aveva dedicato l’esistenza, mai trascurandolo dal momento della nascita in poi. Che Guerrina fosse attaccatissima a Lorenzo lo confermano tutti, senza distinzioni. Lo dice il marito, lo dice la suocera (a cui la nuora era affezionata), lo dicono anche nel paesino dove tutti si conoscono e di ognuno sanno vita e miracoli. Dubbi dunque non ci sono, e sembra difficile che una madre visceralmente attaccata al figlio possa scomparire di punto in bianco e soprattutto non dare più notizie di sè. Basterebbbe poco, visto anche il can can mediatico che si è scatenato intorno al giallo di Ca’ Raffaello, basterebbe una telefonata a voce per chiarire ogni cosa e per far cessare ogni ricerca. Non è infatti un reato mollare tutto e allontanarsi. Ma Guerrina può farla ancora quella telefonata?