Visoni a Villadose, torna lo spettro dell’allevamento

C’è un’offerta e il Comune non dice no

Visoni di allevamento (Foto Essere Animali)

Visoni di allevamento (Foto Essere Animali)

Villadose (Rovigo), 22 settembre 2016 - Allevamento di visoni a Villadose: «Stiamo ancora studiando la cosa». E’ il commento del sindaco Gino Alessio. La richiesta viene dal proprietario di un fondo agricolo, Salvatore Soloni, interessato all’investimento. Non si fa attendere invece la presa di posizione dell’associazione ambientalista Wwf, che parla per bocca del proprio presidente provinciale, Eddi Boschetti. «Se stanno valutando, ci pensino molto bene – ha dichiarato –. C’è una responsabilità enorme in caso di fuga di esemplari ed oltre a tutti i problemi degli allevamenti intensivi, qui c’è anche un aspetto etico non trascurabile».

Cosa non va in un allevamento di visoni?

«Ci sono questioni ambientali e questioni etiche. Già gli allevamenti intensivi ai fini alimentari sono molto discutibili per la modalità in cui vengono realizzati, soprattutto per le emissioni ed i reflui che questi impianti producono. Per quanto riguarda i visoni, non c’è una reale necessità di allevare animali ai fini della pelliccia. Dei visoni non viene usato altro. Un articolo rivolto al mercato del lusso, del superfluo».

Che animale è il visione?

«E’ un carnivoro, molto simile ad una lontra, ad una faina o ad una martora e può entrare nella catena alimentare: si registrano casi di acclimatazione di visoni. La maggior parte degli esemplari che scappano vivono pochi giorni ma chi sopravvive riesce a riprodursi».

Il Polesine è adatto?

«Sì, dopo la nutria ci troveremo ad avere anche il visone come problema, una minaccia per gli animali da cortile e per altre specie, perché un predatore».

Voi siete contrari all’impianto?

«Consiglio al Comune il confronto tra costi e benefici. Il rischio di fuga non si può scartare. Vogliamo stare con questa spada di Damocle sulla testa? I predatori possono infestare il territorio, poi non te li togli più. E’ sostenibile questo dal punto di vista ecologico? Ed economico? Basta guardare al caso nutrie per farsi un’idea».

Cosa dovrebbe fare il Comune?

«Dire ‘no grazie’. Subito. E mettere un punto fermo».

Perché, secondo lei, questo silenzio?

«All’inizio i Comuni non dicono mai di no rispetto a questi impianti. Però è importante che queste informazioni siano rese note alla cittadinanza fin dall’inizio perché ci vuole trasparenza».

Gli allevamenti non offrono posti di lavoro?

«Un allevamento di visoni credo molto pochi: una o due persone. In provincia di Rovigo fino a pochi anni fa c’era la corsa alle biomasse, adesso agli allevamenti intensivi di animali di piccola taglia. Visoni, ma anche maiali alimentati con bombe di fitofarmaci. Se questo è il consumo critico e l’educazione alimentare che vogliamo proporre siamo messi male».

Hanno ancora un mercato le pellicce?

«Penso che il mercato sia quello dell’Est: Russia e Cina».