VALENTINA MAGNARELLO e BARBARA BRAGHIN
Cronaca

Pompiere eroe salva madre e figlia intrappolate nel canale

Il vigile Sebastiano Tita era fuori servizio, ma non ha esitato a soccorrerle

Sebastiano Tita, 45 anni, è in servizio al distaccamento di Adria dei vigili del fuoco

Sebastiano Tita, 45 anni, è in servizio al distaccamento di Adria dei vigili del fuoco

Rovigo, 15 ottobre 2015 - Sangue freddo, sprezzo del pericolo, prontezza. Sebastiano Tita, 45 anni di Villadose è l’eroe del giorno. Il vigile del fuoco che lavora per il comando di Adria grazie alla sua prontezza ieri ha salvato la vita a una bambina di 4 anni e alla sua mamma che erano finite nel canaleAdigetto, a Ca’ Emo. Secondo la ricostruzione fatta dal vigile, le scene del salvataggio si sono svolte in velocità, come in un film.

«Avevo lavorato tutta la notte ed avevo finito il turno alle 8 di mattina. Stavo tornando a casa e percorrevo una strada del mio paese che si trova tra lo scolo Valdentro e l’Adigetto – racconta Sebastiano Tita –. Mi sono accorto subito dell’auto che si trovava capovolta sul lato passeggero con i fari accesi». Quando ha visto la Punto rossa finita giù dalla scarpata, il vigile in un batter d’occhio si è lanciato per cercare di risolvere la situazione. «Ho parcheggiato la macchina e mi sono fiondato giù dal canaole per vedere se c’erano persone a bordo. Ho visto la donna insieme alla bambina oltre i vetri – continua il vigile –. La macchina era ribaltata su un fianco, ma proprio vicino a me c’era un muratore che abita poco distante dall’Adigetto. Gli ho quindi chiesto di andare a prendere una tavola di quelle che usa per costruire le impalcature. Così abbiamo creato un ponte tra la scarpata e la macchina». Ad aiutare durante l’azione di soccorso anche un passante, Marco Agnani, che una volta messa la tavola, ha tenuto aperta la portiera della macchina per far uscire le due persone.

«Prima abbiamo tirato fuori la bambina che era in lacrime e spaventata, poi siamo riusciti ad estrarre anche la madre – spiega Sebastiano Tita –. Una volta messe al sicuro ho chiamato i miei colleghi vigili del fuoco e anche il 118, ma per fortuna nessuno si è fatto male». «Con il mio lavoro sono abituato a trovarmi di fronte a situazioni estreme – spiega Tita –. Ho imparato a mantenere sempre il controllo della situazione. A volte si rischia la vita per salvare quella degli altri e se ci penso, un brivido mi corre lungo la schiena, ma alla fine bisogna sempre essere positivi perché tutto è bene quel che finisce bene».