MARINA VERDENELLI
Cronaca

Tra indagini e misteri: Andreea, il corpo mai spostato. Ma si esclude il malore

Sarebbe rimasto per quasi due anni sempre dentro il casolare di Castelplanio. Potrebbe però essere caduto dal solaio e per questo mai visto nei sopralluoghi

Ancona, 24 gennaio 2024 – Sarebbe rimasto sempre dentro il casolare di Castelplanio il corpo di cui sono rimaste solo ossa e per le quali si attende la conferma del dna per dire che siano di Andrea Rabciuc, la 27enne romena che abitava a Jesi e scomparsa il 12 marzo del 2022. Se uno spostamento c’è stato è avvenuto solo al suo interno.

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In sostanza il cadavere poteva trovarsi in un’altra zona rispetto alla scalinata, dove sono stati trovati i resti, ma all’interno dello stesso immobile. Ne è convinta la Procura che sta facendo approfondimenti per avere un quadro più che chiaro.

Il rudere, che si compone di due unità abitative distinte al suo interno, ha il lato destro, guardandolo dalla strada e quindi frontalmente, inagibile. Quella parte dell’edificio è a due piani, sotto c’è una legnaia, il piano superiore, disabitato da più di 50 anni, ha il pavimento pericolante tanto che da sotto è stato puntellato con dei travi in legno.

Tra il primo e il secondo piano c’è la scala dove sono stati rinvenuti i resti, sabato scorso, da uno dei proprietari del vecchio casale in via Monte Adamo 26, sulla Montecarottese. Una scala con gradini in pietra, percorribile fino al piano di sopra anche se con molti rischi visto lo stato vetusto del solaio.

Non si può escludere che il corpo inizialmente fosse proprio al piano superiore e poi venuto giù per qualche cedimento o crollo subìto nei 22 mesi in cui è rimasto al suo interno. Questo chiarirebbe come mai, nel controllo fatto dai volontari della protezione civile, il 16 marzo 2022, quattro giorni dopo la scomparsa della giovane, non è stato visto nulla quando sono entrati nel casolare, a piedi e senza l’ausilio dei cani. Il corpo poteva essere in una posizione tale da non essere visto.

Era stato sempre uno dei proprietari a segnalare all’epoca una finestra rotta, ad un maresciallo dei carabinieri, incrociato in zona mentre erano appena partite le ricerche, su iniziativa e non disposte dalla Procura che ancora non aveva aperto nemmeno un fascicolo sul caso, per Andreea. Vista la finestra aperta, sul retro, qualcuno poteva esserci entrato e così aveva mandato personale a controllare. Non era emerso nulla. Nessuno è più tornato lì dentro a distanza di quasi due anni.

Il malore della ragazza verrebbe per ora escluso mentre per una eventuale overdose è difficile avere riscontri dai resti. Qualche traccia potrebbe venire dall’analisi dei capelli. Per l’esame del dna è stato preso materiale da un dente molare. Per l’esito occorreranno giorni, forse settimane. Per depositare i riscontri sull’autopsia eseguita lunedì a Torrette il medico legale si è preso 90 giorni. Non ci sono lesioni traumatiche ma lo scheletro andrà sottoposto ad ulteriori esami diagnostici per vedere se ha delle microfratture.

La Procura non esclude nemmeno l’ipotesi di un gesto volontario, dopo il ritrovamento di pezzi di corda arrotolata ad un trave e una scritta rinvenuta nelle vicinanze del resti che potrebbero aprire nuovi scenari. Simone Gresti rimane l’unico indagato, per omicidio volontario, sequestro di persona e spaccio. II 44enne non è stato mai interrogato dalla pm Irene Bilotta e al momento la Procura non ha in programma di sentirlo. Lunedì gli è stato sequestrato il nuovo cellulare e l’accertamento irripetibile per estrarre il contenuto è stato fissato per il 2 febbraio.