NICOLÒ MORICCI
Cronaca

Anna e Raffaele, 60 anni d’amore "Quel sì da favola sulla San Marco"

Hanno festeggiato le nozze di diamante: lui ufficiale della Marina e odontoiatra, lei insegnante e scultrice

Anna e Raffaele, 60 anni d’amore  "Quel sì da favola sulla San Marco"

Anna e Raffaele, 60 anni d’amore "Quel sì da favola sulla San Marco"

di Nicolò Moricci

Lui 94 anni, lei 84. Lei docente e scultrice, lui ufficiale di Marina prima e conosciuto odontoiatra poi. Entrambi pugliesi, di due province diverse: Foggia lui, Taranto lei. Passa da Ancona la storia d’amore e di fedeltà di Raffaele Damati e Anna Maria Ferretti. Sessant’anni di matrimonio, i loro, festeggiati nella casa di una vita, a Montesicuro. Con loro, i familiari e i parenti più stretti, compresi – chiaramente – i tre figli (Nicola, Ugo e Dario) e gli amatissimi nipoti (Bianca, Flavia, Mattia e Annamaria).

Una storia che parte da lontano, dicevamo: Raffaele salpa dalla Puglia con la Marina militare, dove rimane per 10 anni come ufficiale medico di bordo. Poi, sbarca ad Ancona e decide di conseguire la specializzazione. Così, aprirà uno studio dentistico al Piano, in via Giordano Bruno. In città, in quel periodo, arriverà pure la sua futura moglie, Anna Maria, che seguì il padre – responsabile delle imposte dirette – trasferito proprio nel capoluogo dorico. Nel 1960, l’incontro che cambierà la vita dei due pugliesi. Le nozze arriveranno tre anni dopo: era il 1° luglio 1963, esattamente sessant’anni fa. Il ‘sì’ arrivò a bordo della nave San Marco (della Marina), al porto di Ancona. Lui, impettito ufficiale in alta uniforme e lei avvolta in uno splendido abito bianco: "Papà, ad Ancona, ha fatto molto. Oltre ad essere stato un rinomato odontoiatra, è stato presidente dell’Amdi, l’Associazione medici dentisti italiani, del Lions e del Conero Golf club. Mamma, invece, oltre ad essere stata un’insegnante, è stata una scultrice con molte recensioni. Venne inclusa in molti cataloghi e prese parte a svariate mostre di successo" spiega il figlio minore, Dario. Venticinque persone, ieri, hanno festeggiato i due ‘sposini’, che hanno raggiunto l’ambito traguardo delle nozze di diamante: "Una parte della loro vita è stata in centro, dove hanno vissuto fino al ’72. Poi, dopo il terremoto, si sono trasferiti a Montesicuro. Cosa hanno trasmesso a noi figli? Beh – risponde Dario – essendo i nostri genitori dei viaggiatori, ci hanno reso la vita facile. Intendo dire che la loro apertura mentale – precisa – ci ha aiutato molto. Hanno saputo mettere da parte le loro aspettative per permetterci di inseguire i nostri sogni. La libertà di scelta di ciò che avremmo voluto fare è fondamentale. I miei due fratelli hanno rilevato lo studio di papà e lavorano entrambi in via Giordano Bruno e io, invece, vivo e lavoro da 25 anni in Asia. La scelta di allontanarmi dall’Italia e di studiare lingue orientali è stata mia, così come quella dei miei fratelli di intraprendere la carriera di dentista, come papà. Questo significa avere dei genitori con apertura mentale e slancio verso il mondo. E poi i miei ci hanno insegnato l’umiltà. Sa – evidenzia – vengono da famiglie davvero semplici, ma papà non ha mai perso la gioia di vivere. Era un tipo festoso e in villa, a Montesicuro, negli anni ’80, facevamo tantissime feste. Organizzavamo persino i tornei di scherma col Club dorico".