Assolta donna 40enne nigeriana, il giudice non ravvisa estorsione

Una donna nigeriana assolta dal giudice perché il fatto di estorsione non sussiste. Aveva preteso un risarcimento per un danno permanente al braccio causato da trattamenti al laser.

Voleva togliere un tatuaggio che non le piaceva e si era rivolta ad un dermatologo. Dopo diverse sedute la rosa che aveva impressa nella pelle non era sparita del tutto. L’epidermide sarebbe rimasta lacerata per i trattamenti al laser tanto da comprometterne anche la sensibilità e lo stesso movimento del braccio. La donna, 40 anni, nigeriana, aveva fatto scrivere due lettere di diffida da un legale, indirizzate al medico che l’aveva trattata, uno specialista di 60 anni, chiedendo un risarcimento danni. Nella lettera aveva aggiunto che in caso contrario si sarebbe rivolta alla magistratura. Per quello si è ritrovata a processo per tentata estorsione ma martedì il giudice Carlo Cimini l’ha assolta perché il fatto non sussiste. La procura aveva chiesto una condanna a due anni e due mesi. Il suo avvocato, Marco Flavio Torelli, già in sede di udienza preliminare aveva chiesto il non luogo a procedere sostenendo che la sua assistita aveva solo fatto valere un suo diritto, quello del risarcimento del danno subito per una lesione permanente al braccio, tanto da vergognarsi anche ad indossare magliette con le maniche corte. Al dermatologo, con studio nel fabrianese, la 40enne si era rivolta nel 2011 e poi mano a mano aveva fatto i trattamenti al laser per cancellare un grosso tatuaggio al braccio sinistro. Nonostante le sedute fatte non aveva ottenuto il risultato voluto. Pretendeva un risarcimento pari a 150mila euro. Da un avvocato aveva fatto inviare due lettere di diffida. A quel punto il medico aveva sporto denuncia.

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