Dito amputato al lavoro, l’azienda non risarcisce: in tre a processo

Dito amputato al lavoro, l’azienda  non risarcisce: in tre a processo

Dito amputato al lavoro, l’azienda non risarcisce: in tre a processo

Per posizionare bene una bobina pesante ci ha rimesso il pollice della mano sinistra, perdendo anche la funzione pensile. Il macchinario, una rifilatrice, non avrebbe avuto le barriere protettive. A subire l’amputazione del dito è stato un operaio di 31 anni, residente a Senigallia ma di origini napoletane. Dopo l’infortunio non si è visto nemmeno risarcire il danno subito dall’azienda per cui lavorava e per la quale è ancora dipendente ma con ora con mansioni diverse. Per l’incidente avvenuto, in tre sono a processo per concorso in lesioni colpose e per la violazione di un decreto legislativo secondo il quale chi lavora in una fabbrica deve ricevere formazione adeguata in materia di sicurezza e salute. Imputati l’amministratore delegato (un 50enne di Livorno), il direttore dello stabilimento (un 62enne di Ostra Vetere) e il responsabile di produzione (un 61enne di Trecastelli) di una nota azienda specializzata nella lavorazione della gomma.

L’infortunio è avvenuto il 25 marzo del 2021, nello stabilimento di Trecastelli. Ieri è stato l’operaio rimasto gravemente ferito a raccontarlo nella testimonianza resa in aula davanti al giudice Pietro Renna.

Il 31enne è parte civile con l’avvocato Domenico Liso e chiede 150mila euro di risarcimento danni per la menomazione subita.

"Lavoravo lì da circa un anno – ha riferito l’operaio – non sono stato formato per utilizzare quel macchinario che non aveva nemmeno i dispositivi di sicurezza. Ho fatto solo un affiancamento per caricare le bobine poi mi hanno inserito come macchinista. Quel giorno stavo tirando da una parte il materiale, la bobina caricata era molto pesante, ed è partita la sega circolare che mi ha tagliato il dito. Ho subito una amputazione (ha mostrato la mano in aula, ndr) e anche una limitazione funzionale a due dita. In pratica non ho più appiglio con questa mano e nemmeno forza. Non posso sollevare nulla e adesso faccio il carrellista sempre nella stessa azienda".

L’operaio riceve attualmente solo 200 euro dall’Inail come indennizzo di invalidità e la ditta per cui lavora gli avrebbe proposto un risarcimento di 20mila euro che ha rifiutato ritenendo il danno ben maggiore. Per l’amputazione subita ebbe 40 giorni di prognosi e subì diversi interventi. Prossima udienza il 15 settembre.

Marina Verdenelli