"Ho perso un figlio, nessuno me lo ridà: Michele amore di mamma"

Migration

"Mio figlio è lì per terra, tutto il resto non mi interessa". Davanti a tragedie del genere a volte le reazioni emotive variano da soggetto a soggetto. Su quanto è accaduto ieri all’ora di pranzo in via Maggini, nel quartiere del Pinocchio, resteranno le immagini dure del dolore dei genitori di Michele Martedì, oltre a quello dei due fratelli Marco e Mattia, degli altri parenti stretti e dei tantissimi amici che sono arrivati sul posto via via che si entrava nel pomeriggio. La madre della vittima, Patrizia, sostenuta dal marito Fabrizio non ha saputo darsi pace, inconsolabile per tutto il tempo. Vedere davanti a lei, pochi metri più avanti, la sagoma priva di vita del figlio è qualcosa difficilmente descrivibile. La follia si è accesa quando, chiamata dai conoscenti pochi minuti dopo il grave fatto di sangue, è arrivata sul posto da casa, poche centinaia di metri a piedi, e si è trovata davanti i soccorritori e le forze dell’ordine. Michele non ha più ripreso conoscenza, nonostante i ripetuti tentativi rianimatori da parte dei sanitari del 118, e a quel punto l’urto emotivo è stato devastante: "Ho perso un figlio e nessuno me lo ridà indietro. Michele, amore di mamma", sono le parole della madre della vittima, urlate con tutta la rabbia e il dolore possibili. La stessa rabbia espressa dai fratelli di Michele, comprensibilmente provati. Gli amici più vicini al 26enne promettono azioni nei confronti del presunto responsabile, in fondo tutti sanno già chi è. la tensione sale, vertiginosa, ma non trascende mai. In tutto questo delirio resta l’atteggiamento drammatico del padre della vittima, per la maggior parte del tempo fermo dietro il nastro biancorosso messo dai carabinieri per limitare l’area dei rilievi, in totale rispetto. L’uomo non si muove per minuti e minuti interi, nonostante la pioggia battente, osserva il corpo del figlio, poi recuperato e portato all’ospedale di Torrette, e alla fine va a raggiungere il resto della famiglia a pezzi. Da via Maggini, dalla zona dove il ragazzo è stato ucciso, un passaggio pedonale conduce in un’area abitativa fatta di case e villette a schiera. Ci sono quella della famiglia Martedì dove in tanti, dopo la rimozione del cadavere, si sono assiepati per starle vicina in questo momento durissimo.