"Siamo qui sopra le forze, questi sono momenti difficili, non rendono l’idea di come stiamo. Chi sa parli perché chi sta zitto è solo complice di quello che è successo a nostro figlio". Così i genitori di Leonardo Calcina hanno lanciato un appello, dallo studio del loro avvocato dove ieri hanno appreso per la prima volta tutti i contenuti delle chat nel cellulare del figlio. Il volto teso, l’amarezza negli occhi per spiegare come "la nostra è una condanna a vita – ha osservato Francesco, il papà del 15enne – siamo qui solo per far capire a chi sa qualcosa che deve parlare". "Pia ci rappresenta più che degnamente – ha continuato Francesco – non è solo un avvocato è un’amica di famiglia. Facciamo tutto questo per un obiettivo, quello di capire, spronare un po’ le coscienze, capire perché chi ha visto non parla, di fare parlare questi ragazzi che probabilmente si saranno confidati con i genitori, con i fratelli a casa. Secondo me è impossibile, considerato che questi fatti avvenivano nelle mura della classe, nei corridoi, nei bagni, negli spogliatoio, nella palestra, è impensabile che nessuno ha visto o ha saputo o ha raccontato, è vergognoso. Le cose non vanno taciute. Sul profilo penale sarà la Procura a stabilire le responsabilità ma adesso chi sa perché non parla? Non parla per timore? Lo vogliamo capire".
La mamma di Leo, Viktorya, ha detto: "Non auguro a nessuno di passare quello che stiamo passando noi, in quella scuola i professori hanno visto quello che succedeva durante le lezioni, quello che subiva mio figlio, perché non hanno fatto nulla? Perché non hanno fatto le segnalazioni? Oppure hanno fatto le segnalazioni al preside che poi non ha fatto nulla? Dove sono gli adulti? Perché all’interno di quella scuola non proteggono i bambini perché sono bambini, nostro figlio aveva solo 15 anni, adesso viene fuori che sono in quattro e addirittura ci sono due femmine? Leo mi aveva detto che erano due maschi e una femmina adesso scopro che c’è anche un’altra femmina. All’interno delle famiglie di questi ragazzi che cosa gli stanno insegnando? Nulla, zero assoluto. Un adulto non farebbe mai una cosa simile, un adulto cerca di filtrare una frase, una parola che ha un valore e non passa più".
Per la mamma di Leo queste cose "stanno continuando a succedere, non ha insegnato nulla, dopo mesi non sono stati presi provvedimenti, il preside non ha fatto nulla, perché stanno zitti? Perché non stanno segnalando? Chi sta zitto per me è un complice".
ma. ver.