Museo Omero, design per i cinque sensi

Nuova sezione alla Mole: dalla Vespa alla Moka Bialetti, si possono toccare, manipolare e ascoltare gli oggetti che hanno segnato un’epoca

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di Raimondo Montesi

L’Italia è (anche) la patria del design. E Ancona ne è un punto di riferimento nazionale (e non solo) grazie a una realtà storica come l’Accademia Poliarte. Non stupisce quindi che il luogo simbolo della cultura cittadina, insieme alle Muse, da ieri dedichi proprio al design un’esposizione permanente. È in realtà una nuova sezione del Museo Tattile Omero, ospitato alla Mole, e il suo ‘spirito’ è il medesimo: proporsi come luogo multisensoriale dove scoprire, in maniera libera e interattiva, la bellezza di oggetti diventati mitici, capaci di segnare un’epoca. Basti pensare alla Vespa, di cui è esposto un magnifico esemplare, uno dei simboli del genio italiano. Sono trentadue oggetti che si possono toccare, manipolare, accarezzare, e perfino ascoltare, grazie a un’auodioguida super tecnologica pensata per i non vedenti, illustrata da Daniele Bottiglieri, direttore della Cpu I-Tech. Fabio Fornasari, che ha allestito l’esposizione, spiega che gli oggetti sono divisi per temi: viaggiare, abitare, cucinare, lavorare, giocare. Veri gioielli, che in passato hanno vinto l’Oscar del design, il Compasso d’oro, o sono stati selezionati per tentare di farlo. Quello più usato ancora oggi è la Moka Bialetti. Altri sono veri reperti ‘preistorici’. Basti pensare alla tv Algol Brionvega, che oggi, nell’era dei televisori da 55 o 65 pollici pieni di sigle (Oled, Hdr 4k), sembra davvero un giocattolo per bambini. Resiste meglio la radio Cubo della Brionvega, una vera icona. E che dire del divano rosso acceso ispirato alle labbra di Mae West (non di Marilyn, come fu fatto credere da un certo punto in poi). Non poteva mancare una Olivetti (la Valentine). Tra una sedia Ghost della Kartell e i 16 animali di Danese, i visitatori (specie quelli di una certa età) troveranno oggetti visti e usati nell’infanzia, o in gioventù. Fornasari li illustra quasi uno a uno, confrontando ad esempio la moka Bialetti e la caffettiera Alessi ("la differenza è che la seconda si può aprire con una sola mano, la prima bisogna svitarla con due"), con particolare attenzione per "Fuori tutti", un luogo del silenzio e dello studio, con miniature degli oggetti esposti, su cui meditare in solitaria. Aldo Grassini, presidente dell’Omero, precisa che la nuova sezione, nata dalla donazione dell’associazione per il Museo Tattile Omero Odv-onlus, è dedicata all’ex-direttore Roberto Farroni, che l’ha promossa fortemente. L’assessore alla cultura Paolo Marasca loda "la tenacia del Museo e del Comune nel riuscire a rendere concreto, dopo lunghe vicissitudini, un progetto legato al Design, mancante in un territorio peraltro ricco di imprese". E aggiunge che la Mole e Ancona sono vocati all’accessibilità grazie alla presenza del Museo Omero".