No vax e i maxi poster ad Ancona. "Così potrebbero violare il codice penale"

L’avvocato Riccardo Leonardi ha studiato il caso dopo l’affissione dei cartelloni di privati cittadini in alcune strade del capoluogo: "L’articolo è il 656, quello relativo alla pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico"

L’enorme manifesto comparso a Tavernelle vicino al ponte del cimitero

L’enorme manifesto comparso a Tavernelle vicino al ponte del cimitero

Ancona, 12 agosto 2021 - Maxi cartelli no-vax e no-green pass, potrebbero violare un articolo del codice penale, il 656, relativo alla pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico. Dopo l’affissione ad Ancona di due mega poster per contrastare la vaccinazione del virus che ha provocato una pandemia e dove a caratteri cubitali è stato scritto "le verità da conoscere sul Covid-19" indicando che i vaccini come "esperimento di massa che non escludono l’infezione personale e la diffusione e possono causare eventi gravissimi e la morte", il Carlino ha interpellato un legale del foro di Ancona per capire se l’affissione poteva essere negata e se ci sono gli estremi di un reato per chi ha chiesto di pubblicarli pagando il relativo costo ad Ancona Entrate che si occupa del servizio. A citare l’articolo 656 è stato l’avvocato Riccardo Leonardi che, studiato il caso ieri mattina, ha sciolto alcuni dubbi che ci erano sorti sulla regolarità o meno di certi messaggi sparati in poster giganti, grandi sei metri per tre, e affissi uno sotto il ponte di Tavernelle, davanti all’ingresso del cimitero, e l’altro in via Santa Margherita (ci resteranno fino a Ferragosto). Seguendo quanto recita il citato articolo del codice penale, chiunque pubblica o diffonde notizie false, esagerate, o tendenziose, per le quali possa essere turbato l’ordine pubblico, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato (come il procurato allarme ad esempio), con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 309 euro. "Come si vede la norma non punisce solo i giornalisti – spiega Leonardi – o i direttori delle testate (chiunque pubblica), ma anche la semplice diffusione e quindi, trattasi di reato a condotta libera, nel senso che qualunque mezzo di diffusione della notizia è ritenuto astrattamente idoneo. Il fatto che viene propalato deve essere vero ma la norma sanziona anche le esagerazioni e la tendenziosità". Nel caso in esame, secondo l’avvocato, sembra che la questione riguardi proprio la forma attraverso la quale tematiche tanto delicate vengono presentate. "Muovendo dal primo periodo, – continua Leonardi – chi legge percepisce che sia possibile guarire dal Covid con cure somministrabili a casa e sicure. In termini relativi è certamente vero ma in termini assoluti l’affermazione non corrisponde a verità, altrimenti non si spiegherebbero i ricoveri in terapia intensiva e i decessi, anche se in termini numericamente modesti". Più grave, ritiene il legale, è l’affermazione successiva apparsa nel manifesto secondo cui la campagna vaccinale mondiale sarebbe una sorta di maxi esperimento facendo intendere che i vaccini costituiscano un prodotto scientifico pericoloso. "Ciò fa il paio con l’affermazione successiva – osserva Leonardi – per cui il vaccino non impedirebbe l’infezione ma potrebbe comportare gravi conseguenze sino alla morte. E’ stato riconosciuto che il vaccino non impedisce di contrarre il virus ma di attenuare gli effetti. Il punto è che per tali affermazioni si è portati a capire che il vaccino sarebbe inutile e dannoso. Tali frasi potrebbero essere intese come un’esagerazione e occorre che possano turbare l’ordine pubblico ma mi sentirei di escludere che possano in concreto farlo". A seguito di una denuncia però la Procura potrebbe aprire un procedimento penale e il manifesto essere rimosso o oscurato.