SARA FERRERI
Cronaca

Raffica di richieste in provincia. Impianti fotovoltaici nei campi : "Il nostro paesaggio così è a rischio"

La sburocratizzazione dei permessi ha dato il via a una serie di centrali: sei in istruttoria al momento. In via di autorizzazione ad oggi ci sono distese di pannelli per una potenza complessiva di oltre 32 megawatt.

Raffica di richieste in provincia. Impianti fotovoltaici nei campi : "Il nostro paesaggio così è a rischio"

Fioccano i campi fotovoltaici ai margini delle zone industriali dismesse in virtù della sburocratizzazione dei permessi ottenuta dal 2021 dai governi: in via di autorizzazione ad oggi ci sono distese di pannelli per una potenza complessiva di oltre 32 Megawatt, solo in provincia di Ancona. Uno dei più grandi per 14,2 Megawatt è in corso di autorizzazione a Camerata Picena, zona Saline. "Ad oggi abbiamo in istruttoria sei impianti – spiega Sergio Bugatti, dirigente della Provincia – I più piccoli e che non necessitano di espropri o elettrodotti sono autorizzati dai Comuni, altri sono soggetti ad autorizzazione unica perchè magari necessitano di elettrodotti come quello di Paterno Argignano di 5,3 Megawatt. Altri ancora ad una valutazione di impatto ambientale statale perchè in aree considerate non idonee dalla normativa".

La produzione di rinnovabili lo scorso anno nelle Marche era di 179 MW e secondo gli obiettivi del governo dovrà salire ai 443 entro l’anno e crescere di anno in anno fino ai 2.313 Mw del 2030. Di qui la sburocratizzazione che però potrebbe cozzare con il caratteristico paesaggio marchigiano. L’impianto più grande, "Catch the Sun", 14,2 Mw, alle Saline di Camerata, sta iniziando l’iter per la valutazione di impatto Ambientale (Via). Un impianto più piccolo (1,6 Mw) per cui si aprirà la conferenza dei servizi ad aprile è in zona Interporto, proposto da Valverde Jesi. "Si trova in zona agricola, nel raggio di 500 metri dalla zona produttiva – spiega Bugatti – come quello di Enit, in via Montelatiere, San Marcello: è in conferenza dei servizi per 3,1 Mw".

Due gli impianti in corso di autorizzazione a Corinaldo: 1,9 MW in località Sant’Isidoro, di Elettronica Pernthaler che però "è in stand-by, perchè stiamo verificando con la Soprintendenza per un’eventuale assoggettamento a Via" spiega ancora Buratti. Il secondo a Corinaldo, è di 4.5 Mw in zona agricola, Madonna del Piano ed è "in attesa di modifica del progetto per un’interferenza con un’area archeologica".

Infine quello di Paterno di Fabriano di 5,5 Mw (in zona agricola) per cui è nato di recente un comitato e sul quale ora prende posizione anche Coldiretti: "Ci sono 34 aziende agricole che avranno alcune ricadute dalla realizzazione dell’impianto fotovoltaico di Paterno e Argignano e noi stiamo vigilando affinché ci siano i giusti indennizzi e i minori danni possibili all’attività agricola. Occorre, tuttavia, puntare su un fotovoltaico che non sottragga terre agli agricoltori: per questo e altri motivi abbiamo da subito creduto sull’agrivoltaico sui tetti dei capannoni e delle strutture agricole, andando anche ad implementare i fondi del Pnrr dal 40 all’80% per la realizzazione degli stessi".

Al centro dell’attenzione il progetto della società Novapower che prevede, oltre all’istallazione di pannelli fotovoltaici tra Fabriano e Sassoferrato, anche linee aeree e interrate che andranno a occupare ulteriori spazi. "Il rischio – dicono da Coldiretti Ancona – è la proliferazione di questi impianti quando invece produrre energia solare davvero ecosostenibile dovrebbe prevedere il solo utilizzo dei tetti. Lo chiediamo da anni così come oltre 8.300 cittadini marchigiani che hanno sottoscritto la nostra petizione. Va subito approvata una legge regionale sul consumo di suolo – concludono – che vada momentaneamente a colmare un vuoto legislativo nazionale". A breve inoltre saranno installati i due nuovi campi a Monterosso di Sassoferrato (5Mw) dove un comitato sta ricorrendo al Tar.