
di Nicolò Moricci
Il locale "Chipstar" pronto a chiudere i battenti. In lacrime il titolare, Walter Dominici. "Non voglio fare la vittima, non ce l’ho con nessuno. Voglio solo salvare la mia attività. È tutto quel che ho, è la mia vita. Chiedo solo di essere ascoltato". Dominici, anconetano di 49 anni, è conosciutissimo in città, anche per aver sedato una violenta lite in centro, nel 2018. Imprenditore di lungo corso, professionista nel settore alberghiero e tifoso dell’Ancona, ha la voce rotta: "I proprietari del locale di corso Garibaldi vogliono cacciarmi: mi hanno fatto l’ingiunzione di pagamento e di sfratto. Io li capisco, ma non ho mai avuto debiti in vita mia. Ad oggi, ho pagato tutti i fornitori, ho solo gli arretrati del canone di locazione. E tutti i bonus statali e i fondi Covid che ho ricevuto li ho girati ai locatori".
Dominici confessa di aver sempre fatto del bene ("ma non lo scriva, il bene si fa in silenzio", dice). E ora che è lui ad avere bisogno di aiuto "nessuno mi ascolta. Non voglio polemizzare – spiega – La pandemia è una disgrazia che ci ha ridotto allo stremo. E non mi piace chi sfida la legge tenendo aperti i locali. Io sono per il rispetto delle regole, il Covid va fermato. Ma c’è chi, come me, non sa come andare avanti. Spesso – racconta Walter – mi addormento su una branda in negozio e non torno a casa, per risparmiare in benzina. Cosa lascerò ai miei figli se mi sfrattano?".
È un fiume in piena, Dominici: in quell’attività ha investito i suoi risparmi e i soldi che avrebbe voluto lasciare ai figli. Di pensieri brutti, sì, ne fa. Ma ora la priorità è aiutarlo a non chiudere. I clienti, più che una pacca sulla spalla, non possono fare. Intanto, Dominici lancia un appello: "Vorrei parlare in modo educato e civile col sindaco Mancinelli e col presidente della Regione, Acquaroli. Ho sempre avuto fiducia nelle istituzioni".
Il titolare di Chipstar chiede il congelamento della situazione finanziaria attuale e l’estinzione dei debiti: "Io capisco i miei locatori, ma voi capite me" – implora – Serve l’anno bianco per la tassazione. Si faccia tabula rasa del 2020 e si riparta. Non solo ambulanti e night: pure gli artigiani hanno bisogno di sussidi. Nel 2020, per il virus, ho perso 150mila euro rispetto al 2019". Un contributo a fondo perduto di 30mila euro non basterebbe a far tirare un sospiro di sollievo all’attività. "Dovrò chiudere a breve: forse a fine mese. Ma se chiude Chipstar, io rimango dentro. Oppure mi siedo qua fuori. Perché – ripete – questo negozio è tutto ciò che ho".
I lavori di ristrutturazione del 2019: una vetrina luminosa e un negozio rinnovato erano la gioia di Walter, che ha rilevato l’esercizio 18 mesi fa. Da oltre sette anni, Chipstar serve anconetani e turisti. "Bollette e tasse continuano ad arrivare, ma i clienti no". Sulla vetrina, un cartello: "Perché? Io ci credevo". Vicino, un "grazie" con la bandiera italiana e quella europea.