
Il sopralluogo di sindaco e assessori aveva dato tempi certi, ma la consegna del cantiere è lontana.
Il 19 novembre scorso il sindaco Daniele Silvetti, accompagnato da un paio di suoi assessori, ha presentato lo stato dei lavori allo stadio Dorico motivando le modifiche al progetto originale per poi annunciare la consegna dei lavori: "A marzo 2025 la cittadella dello sport e del divertimento sarà consegnata". Mai lasciarsi andare a previsioni irrealistiche. In effetti, dopo il sopralluogo che il Carlino ha effettuato ieri nell’area dell’ex glorioso ‘tempio’ del calcio anconetano, l’anticipazione del primo cittadino non trova conferme. Siamo ormai a un passo dalla Pasqua, tra feste e ponti se ne riparlerà a maggio e intanto il cantiere è ancora in alto mare. Qualcosa inizia a vedersi, ad esempio un manufatto circolare posizionato vicino al campetto da basket, ovviamente chiuso e abbandonato. Il resto è un enorme cratere su cui pochi addetti stavano lavorando ieri. È bene scindere due aspetti, tuttavia: da una parte il progetto di competenza dell’amministrazione comunale, il grosso dell’appalto, e poi quello di cui si deve occupare il circolo tennis, ossia la realizzazione del quinto campo da tennis gentilmente concesso dalla variazione progettuale. Le tempistiche sono diverse anche per quel terreno, fine 2025, mentre la parte ‘comunale’ è oggettivamente indietro, un ritardo accumulato negli anni per quanto concerne tre dei sette stralci in cui era stata suddivisa l’opera. Il terreno di gioco sintetico, la tribuna e la facciata monumentale del Dorico sono opere concluse in passato, prima della variazione progettuale che ha ridotto lo spazio pubblico della famosa ‘Agora’, la piazza subito oltre l’ingresso. Tutto il resto è da fare, compresa l’ultima idea, in effetti interessante, del campo da beach volley da realizzare dietro la porta del campo da calcio lato viale.
In generale l’intero impianto versa in condizioni di degrado, ci sono macerie ovunque, anche attorno ai campi da tennis attivi realizzati dove un tempo c’era la gradinata. Il campo da padel è in mezzo ai sassi, bello, nuovo, ma quasi inutilizzato. Manca, infine, il recupero della parte più iconica dell’impianto: la curva, vincolata dalla soprintendenza e che dunque potrà soltanto essere recuperata, ma non demolita. Intanto sarebbe bene sfalciare via la foresta che ne occupa quasi per intero lo spazio. In definitiva, difficile fare una previsione sui tempi dell’inaugurazione complessiva del Dorico, di sicuro non prima dell’estate.
p.cu.