Loreto (ancona), 20 marzo 2019 - L’arcivescovo delegato pontificio di Loreto, monsignor Fabio Dal Cin, accoglierà il Santo Padre in basilica lunedì, festa per tutti. Qual è la parte più importante della visita del Papa?
«L’aspetto più significativo, tra i tanti, la firma della lettera post sinodale, un fatto oltretutto eccezionale perché di solito documenti del genere vengono firmati in Vaticano. Stavolta invece il Papa ha scelto di farlo a Loreto che diventa così custode della memoria storica e viva».
Qual è il significato di quella firma?
«E’ un atto che conferma il legame tra i giovani e la Santa Casa. La mentalità concreta di papa Francesco qui si fa viva, in continuità con papa Giovanni Paolo II, perché il messaggio che lascia è quello di rilanciare il centro di Montorso, polo di accoglienza per i giovani stessi».
Che cosa accadrà alla recita dell’Angelus sul sagrato?
«A mezzogiorno in punto le campane di ogni chiesa marchigiana saranno fatte suonare all’unisono, un segno di festa ma soprattutto di grande unità».
Come procede l’organizzazione?
«Lunedì pomeriggio c’è stata una riunione qui con tutte le forze dell’ordine e non impegnate nell’organizzazione, ieri l’ultima in Questura per definire i dettagli. Il messaggio che deve passare è che Loreto è città accogliente, aperta, non blindata. La possibilità di accedere all’incontro è aperta a tutti. Ci saranno pass per aiutare gli ammalati o gruppi particolari ma per tutti l’ingresso è libero. Deve essere un incontro di popolo come il Papa desidera insomma e noi vogliamo accogliere il Papa con quella sobrietà che ha chiesto. Ha dato infatti un’indicazione di protocollo, il pontefice vuole venire in veste di pellegrino così come tante altre persone giungono nella città mariana».
Quali altri momenti valorizzano la già preziosa visita?
«Il Papa celebrerà la Messa in Santa Casa. E’ la prima volta che un Papa entra in basilica per celebrare l’Eucaristia, non accadeva dai tempi di Pio IX».
Quanta attesa c’è a Loreto?
«L’attesa per l’arrivo si è vista dal primo momento, quando è esploso spontaneo l’applauso all’annuncio. Già dalle prime settimane in cui sono arrivato qui la gente mi chiedeva ‘ma quando viene il Papa?’. C’è stato un lungo periodo di avvento che ha preceduto l’evento. In un tempo segnato dall’incertezza, dalla precarietà e dall’insicurezza, il Santo Padre che si fa pellegrino alla Santa Casa indica a tutti, giovani, famiglie, ammalati e sofferenti, uomini e donne alla ricerca di una speranza, che è possibile accogliere il senso vero della propria vita aprendosi al dono di Dio».