Bollette da incubo. I fornai: "Siamo rovinati"

Il costo dell’energia è schizzato alle stelle e per i panificatori è sempre più difficile far quadrare i conti. Molti sono costretti ad alzare i prezzi

Il caro bollette, seguito a ruota da quello delle materie prime come il grano, mette in crisi anche i fornai, molti dei quali sono stati costretti ad aumentare il costo di pane, pizze e brioches. "Già da ottobre - nota Orietta Bachiorri – le utenze sono quasi raddoppiate. Un’impennata da brivido, tant’è che noi, per fare paro con le spese abbiamo dovuto aumentare il prezzo di alcuni prodotti, soprattutto quelli più laboriosi per ingredienti e manodopera". Anche Matteo Pareti, che ha una pizzeria, ammette che il settore è molto preoccupato e riesce a stento a chiudere i bilanci almeno in pareggio. "Le dico soltanto - racconta Matteo - che se prima la bolletta media era intorno a 650 euro al mese, ora è schizzata 1. 400. Il ritocco, anche se minimo, dei prezzi è d’obbligo. Dispiace, anche perché chi ci rimette è il consumatore finale e per chi ha lo stipendio fisso è diventato veramente difficile fare i conti con l’inflazione".

Bollette da incubo anche per Riccardo Fontana. "A luglio - dice - il metano per autotrazione costava 0,97 euro al chilo; ora sta a 2.45. Un sacchetto di pellet lo pagavo 2 euro e mezzo, adesso è arrivato a sei euro. Devo continuare?. Il nostro settore è stato massacrato. L’altra faccia della stessa medaglia è la perdita dei posti di lavoro. Nel 2010 questo forno aveva dieci dipendenti, ora siamo in due. Il guaio è che dietro questi numeri ci sono altrettante famiglie, che si trovano in serie difficoltà economiche, con ripercussioni gravi sull’economia regionale". Anche Coldiretti lancia l’allarme. "Abbiamo dato inizio - sottolinea la confederazione - ad una mobilitazione a livello nazionale contro le speculazioni, con i prezzi per le famiglie che corrono mentre i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione. Con l’esplosione dei costi energetici quasi un agricoltore italiano su tre (30%) è costretto a ridurre la produzione di cibo, con una situazione insostenibile che mette a rischio le forniture alimentari e, con esse, la sovranità alimentare del Paese. Con l’avvio delle operazioni colturali gli agricoltori - spiega Coldiretti - sono costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre - continua Coldiretti - l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%).

Silvia Angelici