Droga, scattata l'operazione Cleopatra: fiorai spacciatori al cimitero, 22 indagati

L’organizzazione criminale come base logistica utilizzava, tra le altre, un fioraio all’esterno del cimitero Flaminio: i clienti si avvicinavano come se fosse un drive-in e acquistavano la cocaina

Il cimitero Flaminio a Roma

Il cimitero Flaminio a Roma

Roma, 8 giugno 2021 - È scattato alle prime ore dell’alba un blitz di Carabinieri e Polizia per sventare un’organizzazione criminale che gestiva lo spaccio di cocaina a Prima Porta, periferia Nord di Roma. Sono indagate 22 persone, tra le quali anche un poliziotto e due carabinieri. 

L’operazione, denominata “Cleopatra” perché la maggior parte delle persone coinvolte è di nazionalità egiziana, ha portato alla luce un sistema di spaccio che si basava, tra l’altro, sull’utilizzo di fiorai-spacciatori all’esterno del cimitero Flaminio.

Nel corso delle indagini sono stati registrati fino a quattrocento casi quotidiani di spaccio, con punte di 20mila euro al giorno di guadagni durante i weekend. In tutto, dall’inizio delle indagini, sono stati sequestrati circa due chili di cocaina.

Le modalità operative della banda

I clienti, per lo più in auto e senza nemmeno scendere dai mezzi, si avvicinavano a soggetti che in apparenza si occupavano della vendita dei fiori, pagavano il dovuto e ricevevano la quantità di droga richiesta. I pusher prelevavano la droga dai vasi di fiori, dall’aiuola adiacente al banco di vendita o dalla boscaglia lungo la via Flaminia

Negli orari serali e notturni i consumatori venivano persino accompagnati a bordo di due auto presso la rotatoria della stazione ferroviaria “Montebello” dove, ad attenderli, al di là di una rete metallica e camuffati dalla fitta vegetazione, vi erano altri pusher di turno, che consegnavano direttamente lo stupefacente.

Quando i membri della banda criminale avevano iniziato a sentire il fiato sul collo delle forze dell’ordine, avevano spostato gradualmente l’attività di spaccio dal cimitero a via Flaminia, utilizzando come base anche una macelleria e un bar.

Ad aiutarli a capire quando si stava per stringere la morsa dei controlli, secondo le indagini, anche “l’aiuto” di un poliziotto e due carabinieri infedeli, che avrebbero fornito informazioni riservate al fine di consentire al gruppo criminale di eludere le investigazioni o i blitz delle forze dell’ordine.

Le 22 persone indagate

Dei 22 indagati, 11 sono stati colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, 6 sono agli arresti domiciliari e 5 sottoposti al divieto di dimora nel Comune di Roma con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tutti i soggetti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata all’illecito traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, accesso abusivo a sistema informatico o telematico, detenzione e porto illegale in pubblico di armi e di munizionamento, furto aggravato.