Green pass nei negozi. "I clienti capiscono, il lavoro non è rallentato"

Dopo le proteste i commercianti sono più sereni: l’applicazione delle norme anti pandemia non interferisce con l’attività

Green pass

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Pistoia, 15 febbraio 2022 - Chi pensava che i controlli a campione del green pass di base nei negozi d’abbigliamento, in quelli di giocattoli, ma anche da parte di tabaccai ed edicolanti creassero dei problemi ai commercianti, dovrà ricredersi dopo aver sentito le parole dei diretti interessati. Che a oltre una settimana di distanza dall’entrata in vigore del provvedimento appaiono decisamente sereni. Sarà perché di clienti se ne vedono ancora piuttosto pochi, sarà perché il procedimento si sta rivelando più rapido di quanto si credesse, fatto sta che i negozianti non hanno granché da ridire, anzi.

"L’aspetto che più ci ha sorpreso in positivo è che sono in primis i clienti a volerci mostrare il green pass – spiega Federico Andreini, titolare dell’omonimo negozio di calzature ubicato in via degli Orafi – il che significa che ormai hanno capito come si devono comportare. Per quanto ci riguarda, nonostante nessuno ci obblighi a farlo, stiamo provando a richiedere il certificato verde a tutti coloro che entrano. Questo fino a quando il flusso di persone si manterrà tranquillo. Nel momento in cui, più o meno da marzo in avanti, il numero di avventori crescerà, allora passeremo a un controllo meno serrato, altrimenti la situazione si farebbe più complicata". 

Ad Andreini fa eco Giovanni Tempesti della tabaccheria di via Curtatone e Montanara. "Qualche piccolo rallentamento con l’applicazione c’è stato, ma niente di che. Per il resto è filato tutto liscio: il fatto che molti clienti si presentino con il green pass già aperto sul telefono oppure stampato accelera la verifica. Se è capitato che qualcuno ne fosse sprovvisto? Un paio di persone sì: chiaramente non le ho potute né far entrare né tantomeno servire".

Anche Maria Luisa Biondi del negozio d’abbigliamento per donna Lei Più in via degli Orafi racconta di essere stata costretta a respingere una signora: "Si è arrabbiata con me, come se fosse colpa mia, invece mi sono semplicemente limitata ad applicare le regole – sottolinea la commerciante – Si è trattato comunque di un caso isolato, visto che per il resto le clienti sono state non solo rispettose, ma quasi orgogliose di esibire il green pass. Per adesso sto tentando di controllarlo a tutte le donne che vogliono entrare nel mio negozio. Più avanti magari lo chiederò un po’ meno, specie alle persone che conosco e che sono sicura abbiano il certificato verde". 

Si è trovato obbligato a dire diversi "no" pure Stefano Capperi del negozio di calzature Mannori in via Bruno Buozzi: "Qualcuno che non avesse il green pass è capitato eccome. A quel punto, seppur a malincuore, ho dovuto lasciarlo fuori. Per quanto concerne il funzionamento in sé del procedimento, grosse criticità non se ne sono registrate finora. Ovviamente è dovuto anche al fatto che attualmente il lavoro non è così pesante. E comunque siamo due in negozio, quindi riusciamo a muoverci senza problemi". 

Francesco Bocchini