Negoziati Russia e Ucraina: dove si svolgono, le delegazioni, chi partecipa oggi

Le trattative si terranno a Brest, località della foresta vergine di Bialowieza. La speranza è che si arrivi a una tregua

Potrebbe essere una giornata decisiva (in un modo o nell'altro), di sicuro sarà una giornata importante (sempre in un modo o nell'altro) che potrebbe segnare un primo passo distensivo (si parla anche di un cessate il fuoco) o portare a un inasprimento della situazione sul campo di battaglia. Tornano infatti a incontrasi le delegazioni degli schieramenti in campo: Ucraina e Russia. Ma dove si troveranno? Chi parteciperà? Quali saranno i temi sul tavolo?

La location del vertice

Dopo un tira e molla di smentite e conferme, che già tradiva il clima di sospetto e sfiducia, Russia e Ucraina tornano a trattare. Il vertice si terrà a Brest, a partire dalle 13 italiane, tra le fronde della foresta vergine di Bialowieza, nell'intersezione selvaggia tra Ucraina, Bielorussia e Polonia, dove le frontiere sfumano e incontrarsi a metà strada è più facile, le delegazioni si preparano a esplorare gli spiragli di una tregua.

L'ottimismo di Lavarov: "Una soluzione la troveremo"

Mente intensifica la sua offensiva militare, Mosca assicura che sul tavolo dei negoziati c'è anche l'ipotesi di un cessate il fuoco.

Il capo negoziatore di Putin, l'imprenditore-mediatore Vladimir Medinsky, ha spiegato che la località per i colloqui è stata scelta di comune accordo tra le parti, dopo il primo incontro sulle sponde del fiume Pripyat, tra Ucraina e Bielorussia. E nonostante la Russia abbia assicurato di aver garantito un "corridoio di sicurezza", l'arrivo della delegazione ucraina è annunciato solo questa mattina, dopo molte ore di un viaggio complicato.

Le delegazioni: chi c'è

Attorno al tavolo sono attesi gli stessi componenti delle due delegazioni, guidati da Medinsky da un lato e dal ministro della Difesa ucriano Oleksii Reznikov dall'altro.

Per l'Ucraina

Alla guida della delegazione dell’Ucraina c’è il ministro della Difesa, Oleksii Reznikov, fedelissimo del presidente Zelensky. I partecipanti per l’Ucraina sono: Oleksii Reznikov, ministro della Difesa; David Arakhamia, leader del partito di Zelensky; Mykola Tochytskyi, viceministro degli Esteri ed ex ambasciatore in Ue e Gran Bretagna; Mikhailo Podoliak, consigliere di Zelensky; Rustem Umerov, deputato che rappresenta i tatari di Crimea; Andryi Kostin, vicecapo del gruppo di contatto trilaterale per il cessate il fuoco nel Donbass.

Per la Russia

La delegazione russa ha a capo Medinsky, considerato un nazionalista estremo. Con lui ci saranno Vladimir Medinsky, consigliere di Putin ed ex ministro della Cultura; Alexander Fomin, viceministro della Difesa; Andrei Rudenko, viceministro degli Esteri.

La presenza di Abramovich

Nel corso del primo vertice (pur se non nella foto) avrebbero partecipato (e lo farebbero anche in questa nuova occasione) alcuni imprenditori e oligarchi. Fra questi anche il patron (ex visto che, proprio ieri, ha deciso di mettere il club in vendita) Roman Abramovich.

I tempi

Le sei ore attorno al tavolo del primo incontro, intervallate da pause tattiche, hanno gettato le basi per un confronto che di nuovo non si annuncia breve.

I temi sul tavolo

Tanti i punti da affrontare, tra la Russia determinata a far valere i suoi progressi sul terreno e l'Ucraina che punta sul successo della sua resistenza, avvertendo che non accetterà ultimatum. La speranza è che si possa arrivare a un cessate il fuoco. Una tregua che appare un po' meno probabile visto che i russi pensavano di ottenere risultati migliori sul campo nella prima settimana di invasione. Tutto si giocherà sui temi della neutralità dell'Ucraina (con la rinuncia di adesione alla Nato) e al destino dei territori del Donbass e al riconoscimento della Crimea. In entrambi i casi la Russia ne rivendica il controllo politico.

Gli ostacoli alla pace

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha intanto provato a scompaginare il fronte nemico, suggerendo che Kiev non sarebbe davvero libera di negoziare ma agirebbe "su ordine degli Stati Uniti", accusandoli anche di aver fatto ritardare le trattative. A complicare le trattative non ci sono solo i missili che piovono a raffica su diverse città Ucraine.

Figure "nell'ombra"

A Minsk, dove l'uomo forte Alexander Lukashenko insiste nel proporsi come ponte con Kiev, nonostante l'invasione russa anche dal suo territorio, è stata segnalata la presenza dell'ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, spodestato dalle proteste popolari del 2014. Sarebbe lui l'uomo che Vladimir Putin vuole alla guida di Kiev. Il rovesciamento di Volodymyr Zelensky, obiettivo dichiarato sin dall'inizio dell'offensiva, si accompagnerebbe così allo schiaffo simbolico alle aspirazioni europeiste di un'intera generazione. Potrebbe anche essere stata una fuga di notizie per mettere pressione sui negoziati. Ma per Kiev il passato che ritorna si fa sempre più minaccioso.