
Il premier Mario Draghi con il presidente della Banca Mondiale, David Malpass
Roma, 11 luglio 2022. Lo spettro della stagflazione si aggirerà per l’Europa (e in tutto il resto del mondo) per i prossimi dieci anni. Almeno secondo l’allarme lanciato dalla Banca Mondiale nei giorni scorsi. Ma cos’è esattamente la stagflazione e perché è pericolosa?
La definizione
Stagflazione è la crasi di stagnazione e inflazione. Il termine indica una fase in cui i prezzi aumentano (inflazione) senza che ci sia crescita economica. Il fenomeno, secondo gli esperti, si presenta quando il mercato globale si trova ad affrontare un cosiddetto choc dell’offerta, come ad esempio il rapido aumento del prezzo del petrolio verificatosi nel 1973 a causa della guerra del Kippur. L’impennata delle materie prime verificatasi in seguito all’invasione dell’Ucraina ha di fatto riportato indietro l’orologio di quasi 50 anni, riportando il mondo a una situazione simile a quella degli anni Settanta.
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Cosa sta succedendo
Il Pil globale quest’anno, secondo le stime della Banca Mondiale, crescerà appena del 2,9%, in netto calo rispetto alle previsioni (+4,1%) di gennaio. Gli Usa nel 2022 faranno segnare un +2,5% e nel 2023 un +2,4%. Eurolandia farà peggio: quest’anno crescerà del 2,5%, ma nel 2023 appena dell’1,9%. “Il rischio di stagflazione è considerevole”, ha fatto notare David Malpass, il presidente della Banca Mondiale. Lo scenario peggiore elaborato dai tecnici della Bm, prevede una crescita globale vicina allo zero nei prossimi due anni.
Perché è pericolosa
Generalmente quando l'economia stagna, l'inflazione è bassa perché la domanda dei consumatori è ridotta e molti prodotti e servizi sono inutilizzati. L'inflazione elevata è invece più probabile quando l’economia cresce e l'aumento della domanda dei consumatori fa salire i prezzi. La stagflazione significa crescita debole e prezzi in aumento. Le Banche centrali sono così davanti a un bivio insidioso: aumentare i tassi di interesse per combattere l'inflazione, infatti, rischia di rallentare ancora di più un'economia che è già debole.