Covid: quando l'immunità di gregge? Rischio ritardo con lo stop AstraZeneca

Il panico generato dalla psicosi dopo il ritiro ha annullato molte prenotazioni. Tutti gli scenari in campo per salvare la campagna di profilassi

Sospeso il vaccino AstraZeneca

Sospeso il vaccino AstraZeneca

Milano - Inutile girarci attorno. Lo stop al vaccino AstraZeneca è una tegola sulla guerra al Covid. Il piano della profilassi, secondo il governo Draghi, prevedeva infatti il raggiungimento dell’immunità di gregge per il 30 settembre, con l’80% degli italiani vaccinati. Ora, con un vaccino in meno, tutto si complica, e di parecchio. Anche perché l'Italia aveva prenotato 40 milioni di dosi, che peraltro sarebbero arrivate a breve, dunque nella fase più aggressiva di attacco al virus attraverso la campagna di profilassi. Ora la prevista accelerazione si è tradotta in una brusca frenata. Con il rischio che qualcuno si faccia male. Il Governo è in attesa: ma si esprimerà in modo ufficiale sui vaccini dopo le verifiche tecnico scientifiche, spiega il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. "Finché non ci sono fatti è giusto mantenere attenzione all’esito. Appena le agenzie competenti si saranno pronunciate chiariremo la dinamica di queste vicende, sapremo se si tratta di un falso allarme o se ci saranno contromisure che devono essere prese".

I numeri e le alternative

Erano quasi tre milioni le dosi di AstraZeneca previste in consegna entro la fine del mese, il 40% circa delle 7,5 milioni di dosi di fiale. Vero che il promettente vaccino monodose Johnson & Johnson potrebbe dare una scossa alla campagna, ma i primi arrivi delle fiale nel nostro Paese sono previsti per la terza settimana di aprile. E i rinforzi della Janssen, che ha promesso quest'anno 200 milioni di flaconi all'Europa, erano già calcolati nel piano. Una delle ipotesi in campo era quella di dirottare i destinatari del vaccino penalizzati dallo stop ad AstraZeneca su Pfizer o Moderna, laddove disponibili. Ma gli ostacoli sono due: la scarsità delle dosi a disposizione e la destinazione degli stessi vaccini, riservata a categorie più fragili. Resta poi in campo la possibilità di introdurre nella campagna il vaccino russo Sputnik V, le cui quotazioni salgono giorno dopo giorno, e per il quale gli accordi di produzione anche in Italia, secondo il fondo russo per gli investimenti che lo gestisce, sarebbero ormai alle porte. Anche in questo caso resta in bilico l'ok dell'Ema, anche se dato ormai per probabile, ma anche in questo caso la questione chiave resta quella dei tempi. Come uscirne, dunque? Come fermare la spirale di psicosi che ha già portate a moltissime disdette delle prenotazioni, da parte dei cittadini che erano attesi nei centri vaccinali? E fino a quando?

L'attesa per l'Ema e il panico da allarmismi

Anche la Svezia, Paese produttore, oggi ha sospeso la somministrazione di AstraZeneca, in via precauzionale. Il prossimo appuntamento chiave è atteso per dopodomani, quando l'Ema (Agenzia europea del farmaco, con sede ad Amsterdam) dovrà pronunciarsi con un parere vincolante sulla sicurezza del vaccino. L’allarmismo, e il panico quasi sempre ingiustificato, non hanno certo giovato. “Lo stop della campagna vaccinale fara’ molti piu’ danni di quanti possano fare le vaccinazioni”. Lo ha affermato Massimo Galli, primario del Dipartimento di malattie infettive del “Sacco” di Milano. “In una situazione in cui dobbiamo vaccinare tutti il prima possibile per evitare che la gente muoia -precisa Galli - lo stop non fara’ per niente bene al vaccino in questione e ad una organizzazione che fatica a decollare per mancanza di dosi”. Mi vengono un po’ i brividi - confessa Galli - Perché va benissimo la prudenza, va benissimo verificare, però provvedimenti di questo tipo mettono la gente in apprensione".

La tenuta psichica e le rassicurazioni

“La tenuta psichica ed emozionale dell’opinione pubblica è messa a dura prova da questo momento storico eccezionale che stiamo vivendo” e dalle nuove restrizioni annunciate per le prossime settimane. Dunque, occorre comprendere il rischio che corriamo non solo per noi stessi, ma soprattutto per le giovani generazioni e le persone fragili, in particolare quelle della terza e della quarta eta’, in attesa che il piano vaccinale ci faccia avvicinare alla immunita’ di gregge”, sostiene Massimo Di Giannantonio, presidente della Societa’ italiana di psichiatria. Intanto chi ha fatto il vaccino AstraZeneca nei giorni scorsi può stare tranquillo. Lo chiarisce l’immunologa dell’università di Padova Antonella Viola. “Non deve fare nulla se non, come sempre, riportare gli effetti collaterali al medico. Ripeto che non c’è al momento nessun legame tra la vaccinazione e le trombosi e che in ogni caso gli eventi sono rarissimi”.

L'endorsement di Von der Leyen

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si vaccinerebbe con AstraZeneca. Lo ha detto il portavoce dell'Esecutivo Ue Eric Mamer rispondendo con un secco «sì» a una domanda della stampa britannica sull'eventualità che la presidente utilizzi il vaccino anglo-svedese.