L’Ascoli è in caduta libera. Il crollo delle presenze fatto registrare nell’ultimo match casalingo perso in casa 1-0 contro il Perugia testimonia in maniera lampante quanto la piazza stia esprimendo disappunto e delusione per ciò che il Picchio sta facendo vedere sul campo. Il drammatico rendimento continua a produrre una serie di risultati sconcertanti come non si era quasi mai visto prima nel corso dell’ultracentenaria e gloriosa storia del club di corso Vittorio Emanuele. Le ultime sei partite disputate hanno visto i bianconeri mettere in cascina soltanto la miseria di un punto a Carpi (2-2) e, nonostante il doppio cambio in panchina attuato prima con Ledesma poi con Di Carlo, non si è ancora trovato il bandolo della matassa per invertire la rotta. Sabato pomeriggio al Del Duca c’erano 4.291 presenze (di cui 275 arrivate da Perugia), anche se visivamente i settori occupati dal pubblico di casa sono parsi offrire un’affluenza probabilmente anche di gran lunga inferiore rispetto al dato fornito. Questo perché parecchi dei 2.473 abbonati, sconcertati per i pessimi risultati dell’ultimo mese, magari potrebbero aver preferito vedersela seduti sul divano di casa. Ecco quindi che il nuovo allarme sociale che sta prendendo sempre più piede è quello legato proprio al distacco che una piazza passionale come Ascoli sta iniziando a manifestare nei confronti della propria squadra del cuore, da sempre elemento imprescindibile della vita quotidiana cittadina. Quattro sconfitte incassate al Del Duca non si ricordava da tantissimi anni.
Nelle cinque sfide disputate finora in casa l’unico risultato positivo è stato il successo con la Pianese (1-0). Diverso invece, ma sempre poco esaltante, il cammino esterno con 5 punti in 5 uscite. Qui ai tre punti strappati al Milan Futuro (0-2) si sono poi aggiunti i pareggi con Spal e Carpi (entrambi per 2-2). Quello che sta generando l’insoddisfazione e la rabbia dei tifosi è soprattutto il livello di una squadra che sembra presentare lacune importanti un po’ in tutti i reparti. A seguito del successo di Busto Arsizio il pacchetto arretrato è finito per incassare la media di quasi 2 gol a partita (11 reti in 6 partite). A prescindere dagli elementi chiamati in causa il rendimento è stato pressoché simile. Anche per i demeriti di un centrocampo incapace di proteggere e sostenere la linea difensiva. In questo caso, tolta la presenza dell’esperto Varone, non sembrano esserci altri profili in grado di reggere la categoria. In attacco i gol di Corazza restano estremamente preziosi, ma se anche gli altri compagni di reparto non inizieranno a fornire un contributo in termini realizzativi sarà difficile risalire la china. Ora soltanto una vittoria nello scontro salvezza di Pineto potrà ridare un po’ di fiducia.
Massimiliano Mariotti