L’emblema dell’Ascoli furioso, arcigno, combattivo. A guidare la reazione d’orgoglio dell’intero gruppo non potevano che essere gli esperti. Il turbante sulla testa sanguinante di Mirko Eramo è il simbolo di quel Picchio che lotta e non molla. Splendida la prova offerta dal mediano in termini di quantità. Dopo appena qualche minuto di gioco il bianconero era stato costretto a farsi medicare alla testa a seguito di un colpo involontario ricevuto da Benedetti. "Nel primo tempo abbiamo fatto una gara molto attenta – commenta il centrocampista al termine della gara –. Nella ripresa ci siamo sbloccati e sono venute fuori le nostre giocate. Abbiamo meritato la vittoria. Sapevamo che avremmo affrontato una squadra dura. Questa è un po’ casa mia ed é sempre emozionante giocare qui. Ricordo con emozione il mio gol al San Paolo, resterò per sempre legato al Bari. Sono stato vicinissimo alla possibilità di tornare qui. Il direttore sportivo Polito aveva trovato un accordo poi Sottil non ha voluto mandarmi via. Doveva andare così". Solito stoccatore di giornata il centravanti Federico Dionisi. Il bomber, dopo essersi sbloccato contro il Modena, si è ripetuto anche contro il Bari. "Sono contento per la squadra – sostiene il 35enne –, perché meritavamo una vittoria di questo tipo. Abbiamo dato l’anima e fatto punti fondamentali. Questa vittoria significa davvero tanto. A tratti abbiamo sempre fatto discrete partite. Avevamo bisogno di qualche evento positivo contro una squadra davvero forte. Noi siamo questi, dobbiamo lottare e correre. Oggi ho detto ai ragazzi che ci siamo presi tutta la prestazione. Abbiamo dato una risposta importante a noi stessi e ai tifosi che ci seguono. Il gol annullato? Non ho capito il perché. Il battibecco con Di Cesare sono cose di campo. Io faccio il massimo per l’Ascoli, lui per il Bari. Ma non devo chiedere scusa".
mas.mar.