GABRIELE MIGNARDI
Bologna

E' morto Athos Guizzardi, ciclista e imprenditore

Casalecchio, era noto in tutta Italia per la scuola di Barbecue. In gioventù fu una promessa del ciclismo, battendo anche Coppi e Bartali

Athos Guizzardi in una foto scattata durante un Giro d’Italia

Casalecchio (Bologna), 30 marzo 2016 - Non è stata una vita da gregario quella di Athos Guizzardi, classe 1921, ciclista e poi imprenditore meccanico, fondatore della ben nota Athos Guizzardi, morto ieri pomeriggio nella sua casa di Casalecchio, circondato dall’affetto dei suoi cari, della moglie Marisa, i figli Gianni e Mauro, e i nipoti Michela, Marco e Giacomo.

Aveva 94 anni, fra 20 giorni ne avrebbe compiuti 95. Era malato da qualche tempo, ma fino ad un anno fa faceva ancora capolino nel retrobottega del suo laboratorio oggi noto in tutta Italia per la scuola di Barbecue e per le inimitabili maratone dei grandi chef. Nato a Bologna, alla Dozza, arrivò a Casalecchio nel 1952 dove costruì la casa-officina nel curvone sulla Porrettana a pochi passi dall’ingresso del Talon. La stessa sede dove oggi i figli Mauro e Gianni conducono la rivendita di barbecue, attrezzatura da cucina e arredo per giardino.

In gioventù fu una grande promessa del ciclismo nazionale. La sua prima gara la fece a 15 anni, all’Ippodromo di Bologna, arrivò secondo alle spalle di Renato Zani. Nel 1938 vinse la coppa Trombetti in sella ad una bicicletta costruita nel garage del cugino. Dalla ‘Olindo-raggi’ passò presto alla Corridoni, e con i colori della squadra bolognese prima della guerra vinse una quantità di gare in tutto il nord Italia, battendo tanti campioni del tempo del ciclismo eroico: «Le strade in gran parte non erano ancora asfaltate. Quando c’erano gare di montagna mi difendevo. Non sono uno scalatore, sono un velocista, e se arrivavo allo sprint la vittoria era mia», raccontò al Carlino alcuni anni fa con l’entusiasmo immutato.

Ne fecero le spese anche i Binda, Coppi e Bartali, più volte battuti da Guizzardi nelle gare del secondo dopoguerra: «Andavo fortissimo anche in pista. Ci allenavamo al velodromo che era dove poi è stata costruita la Weber. Nel 1946 vinsi il triangolare di Parigi. Con la Benotto nel 1947 da professionista partecipò al suo primo ed ultimo giro d’Italia. Pochi mesi più tardi il ritiro dopo una vittoria conquistata contro l’ordine di scuderia.

In prima fila anche nella vita professionale costellata di innovazioni e brevetti applicati nella sua azienda meccanica dove ha costruito per anni i manubri per le più prestigiose marche di bici e moto (dalla Ducati alla Piaggio e alla Bianchi), per poi passare all’arredamento e quindi all’arredo da giardino. I funerali domani alle 14,30 nella chiesa di San Martino di Casalecchio.