ANDREA BONZI
Cosa Fare

Rat-Man sbarca sulla Luna, a Bologna incontro con Leo Ortolani

Si chiama 'Luna 2069' la nuova fatica del papà di Rat-Man, il celebre supereroe con le orecchie da topo che sarà presentata lunedì 11 novembre alla libreria di Piazza Ravegnana (alle 18)

La copertina di Luna 2069

La copertina di Luna 2069

Bologna, 10 novembre 2019 -  Rat-Man atterra sulla luna. Ad accompagnarlo Luca Parmitano, primo italiano al comando della Stazione spaziale internazionale. Una missione per celebrare il primo sbarco sul satellite della Terra, quella contenuta nel volume “Luna 2069” (Feltrinelli), che sarà presentato domani (lunedì 11 novembre) alla libreria di Piazza Ravegnana (alle 18) dall'autore Leo Ortolani, il papà del celebre supereroe dalle orecchie da topo. Ortolani, ha mandato (di nuovo) Rat-Man – anche se qui si fa chiamare Mister Mask – in orbita. Come è nata questa avventura? “L’Agenzia spaziale italiana (Asi) sta cercando di fare divulgazione tramite il fumetto, per avvicinarsi ai lettori più giovani e spiegare il significato della ricerca aerospaziale. C'è chi dice: 'Con tutti i problemi che abbiamo sulla terra, perché spendere soldi per esplorare lo spazio?'. Ma la trovo una considerazione ignorante”. Perché? “Le scoperte scaturite in questi decenni dalla corsa allo spazio hanno ricadute nella vita quotidiana: i nostri stessi cellulari sfruttano una tecnologia derivata da quel tipo di ricerche. La divulgazione serve proprio per non lasciare zone d’ombra, dove poi proliferano i complottisti”. Quelli convinti che lo sbarco sulla Luna sia solo un documentario. O che la Terra sia piatta. Si è chiesto come mai oggi sono così diffusi? “Le nuove tecnologie, che sono uno strumento potentissimo, vengono usate più per diffondere video di gente che fa twerking, invece che cultura. Io sono un geologo, uno scienziato: basta informarsi un po’ per smontare qualsiasi teoria complottista. La prima cosa che ho fatto per questo libro è stato vedere un dvd di un famoso teorico del complotto italiano. Come prova del falso sbarco si analizza la prima conferenza di Armstrong, Aldrin e Collins (l'equipaggio dell’Apollo 11, ndr): i complottisti sostengono che siano imbarazzati, sudino, balbettino. Io l’ho visto tutto, quell’incontro: dopo un minuto e mezzo Armstrong comincia a fare battute, i tre ridono, scherzano, e se dicono che non potevano vedere le stelle direttamente è per via del riverbero del Sole. Credere che sia tutto falso, tutto un inganno, è un messaggio devastante per i nostri ragazzi, è come dire: inutile che studi, tanto ti fregheranno sempre e comunque. È sbagliato”. La Luna ti cambia, fai dire ai personaggi. Che impressione hai avuto conoscendo Parmitano e Nespoli? “Mi hanno colpito per l’enorme umiltà di fondo, il profondissimo rispetto per la Terra e il futuro dell’umanità. Ho provato a immaginare di trovarmi a 300mila chilometri dalla terra: tutto quello che conosci e ami è distante da te, potresti perderlo in un attimo, basta che succeda qualcosa di imprevisto. È una situazione di estrema fragilità, ti fa mettere tutto in discussione. Fu Aldrin a dire: ‘La Luna ti cambia’: lui uscì dopo anni da un percorso di alcolismo e depressione, mentre Armstrong si licenziò dalla Nasa e si ritirò dalla vita privata. La loro vita ha avuto esiti imprevedibili”. Piegati sugli smartphone, perdiamo di vista l’immensità del cielo. Quando abbiamo perso la capacità di stupirci? “Lo stupore è solo anestetizzato. Tutta questa ‘incredibilità’ – video, immagini, contenuti – di cui siamo sommersi nei nostri cellulari ci tiene sedati. Però se ci capita di provare un’emozione di persona, lo stupore ritorna. L’uomo deve toccare con mano, non basta una sonda per esplorare la Luna, la macchina non coglie la grandiosità della scoperta e dell’evoluzione”. Dica la verità, voleva fare l’astronauta da piccolo….  “Veramente da piccolo volevo fare il pagliaccio. Poi, visto il Joker, è meglio che sia andata diversamente….”

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