"Ad Azione voti da Pd e destra Fd’I si è ‘mangiata’ la Lega"

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Il grosso dei voti di Fratelli d’Italia – passata dal 4% delle precedenti politiche al 26% di domenica – arriva da elettori che nel 2018 (e ancor più alle europee del 2019) aveva votato Lega.

Mentre gli elettori che hanno votato Pd alle politiche del 2018, alle europee del 2019 e alle elezioni di domenica sono, in larga parte, sempre gli stessi.

Quanto al Movimento 5 stelle, "ha registrato la più ampia sostituzione di elettori" rispetto alle tornate elettorali precedenti

Sono queste alcune delle conclusioni dell’Istituto Cattaneo che, in un’analisi curata da Salvatore Vassallo e Rinaldo Viganti, ha analizzato i flussi elettorali in dieci città.

Al nord, specie dove la Lega è più radicata, la stragrande maggioranza degli elettori di Giorgia Meloni è composta da chi, nel recente passato, ha votato per Matteo Salvini. Al sud le cose sono un po’ diverse, con recuperi, sia pure di minore entità, anche dal centrosinistra e dal M5s.

Nel Pd, tra i flussi in uscita il più rilevante è quello verso Azione di Carlo Calenda che, tranne in alcuni casi in cui il flusso è più contenuto, ha coinvolto fra il 10 e il 20% dell’elettorato dem.

Insomma, in Azione la quota principale dell’elettorato è arrivata dal Pd (tra circa un terzo a circa la metà, a seconda delle città).

Tuttavia, sommando le sue tre componenti (Lega, Fdi e Forza Italia), anche elettori che nel 2019 avevano votato per il centrodestra contribuiscono al risultato del partito di Calenda con circa il 40% dell’elettorato di domenica.

Piccole quote arrivano dall’astensione, dalla Sinistra e da Più Europa, quasi niente dal Movimento 5 Stelle.

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