
Il funerale di Davide, titolare del Donatello, è partito da via Righi. Messa in Certosa e l’omaggio al Dall’Ara. La moglie: "Sempre insieme".
di Mariateresa MastromarinoCi sono i fumogeni e le bandiere che sventolano in alto; una di queste, con i colori del suo Bologna, lo avvolge e lo abbraccia. Il silenzio è sovrastato da un lungo applauso e da centinaia e centinaia di voci che, unite, intonano un coro per dire addio a Davide Fanciullacci, il titolare, insieme con la mamma Katia e il fratello Riccardo, del ristorante Donatello, stroncato da un malore martedì mentre era in vacanza a Pantelleria con la moglie Silvia.
Un ultimo saluto che collega i punti cardine della sua vita, dalla storica attività di via Righi fino al Dall’Ara. Un percorso lungo il quale amici, colleghi e clienti si sono stretti, tra le lacrime, attorno al dolore della famiglia: sono più di 500 le persone presenti ai funerali del ristoratore dei vip, del quale "ci ricorderemo sempre del suo modo e del suo garbo", dice lo zio di Davide, l’avvocato Antonio Saffioti, nel momento di raduno all’esterno del Donatello. Nessuno osa parlare. "Grazie, per conto della nostra famiglia, per tutto il vostro amore", chiude lo zio, che viene sovrastato dagli applausi e dal pianto di chi, a Davide, ha voluto bene veramente. Non manca nessuno alle esequie, celebrate da don Massimo Vacchetti alla Certosa, gremita per la funzione.
Ad attendere il feretro, oltre agli amici di Fanciu e i gruppi dello stadio, alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine, come il generale Ettore Bramato, comandante provinciale dei carabinieri, e il colonnello Giuseppe Nastasia, comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza; per il Comune, presente l’assessora Matilde Madrid, mentre il sindaco ha fatto recapitare un mazzo di fiori a suo nome, dai colori rosso e blu. Immancabili i ristoratori Franco Rossi ed Eros Palmirani e Michele Torpedine, manager del Volo, che stringe mamma Katia in un lungo abbraccio. Abbraccio che coinvolge la moglie di Davide, Silvia, in prima fila durante la messa, al termine della quale dice addio al marito: "Non ci siamo lasciati, mai. E mai ci lasceremo".
Prima di lei, don Vacchetti guarda il feretro, su cui è poggiata una foto di Fanciu: sorride e con le mani forma un cuore. "Davide ha preso un biglietto all’infinito per il 14 maggio (giorno della vittoria della Coppa Italia, ndr) – sostiene don Vacchetti –. Noi ci ricordiamo di Davide e consegniamo i nostri cuori a Gesù, che si intenerisce alla richiesta ‘Ricordati di me’. Ecco, noi ricordiamo Davide per fare in modo che anche Dio si ricordi di lui". A incorniciare la bara, numerosissime corone e mazzi di fiori: a destra e a sinistra, quelle della curva Andrea Costa e della curva Nord Virtus. All’esterno, una è a nome del gruppo Il Volo.
Per l’ultima tappa dell’addio, un lungo corteo, preceduto dal carro funebre, raggiunge lo stadio e la curva Andrea Costa. Ad aprire il serpentone, le bandiere dei gruppi delle tifoserie. C’è uno striscione ("I tuoi scriccioli ti amano. Ciao Fanciu") a fare da sfondo a un lunghissimo applauso seguito da un coro. La moglie Silvia stringe tra le mani ua maglia del club con il numero 10 e il nome di Fanciu. Durante gli ultimi momenti, si accendono i fumogeni e una composizione di palloncini rossi e blu vola su, in alto, verso il cielo. Ma un filo si impiglia e rimane incastrato in una ringhiera. Forse questo è un segno di dove Davide vuole stare e sempre sarà: sugli spalti dello stadio, vicino al suo Bologna, e a un passo dalle persone che ama. Ciao Fanciu.