Alessandra Matteuzzi uccisa a Bologna, la sorella: "Il suo ex è lucido, lo so"

La Corte d’Assise ha raccolto l’istanza della difesa di Giovanni Padovani, accusato dell’omicidio della ex. I medici dovranno esprimersi sulla sua capacità di stare in giudizio e su vizi di mente all’epoca del delitto

Giovanni Padovani, è iniziato il processo

Giovanni Padovani, è iniziato il processo

Bologna, 4 maggio 2023 – Giovanni Padovani era in grado di intendere e volere quando uccideva a martellate e colpi di panchina la ex Alessandra Matteuzzi? E ora, è sufficientemente in sé per affrontare un processo? Lo stabilirà la perizia psichiatrica disposta nei suoi confronti dalla Corte d’assise: il collegio di periti che il 22 maggio sarà incaricato dal presidente Domenico Pasquariello – lo psichiatra Pietro Pietrini e il neuropsicologo forense ed esperto in materia testistica Giuseppe Sartori – dovrà chiarire infatti non solo le condizioni attuali del ventisettenne, ma anche quelle del 23 agosto 2022, quando assassinò la ex. In particolare, l’esperto testista è chiamato a far luce, tramite test mirati, sulla condizione psichica attuale dell’imputato. Il quale, già sottoposto a un questionario che mira a identificare la simulazione di disturbi mentali anche in ambito forense, di fronte a un limite di 14 punti, oltre il quale si sospetta una simulazione, ne ha totalizzati 32. Lamentando "sintomi atipici" in pazienti con reali disturbi psichiatrici o cognitivi.

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La richiesta di questo accertamento è stata formalizzata ieri nell’aula gremita dalla difesa di Padovani, l’avvocato Gabriele Bordoni. Il quale ha illustrato "l’articolato quadro psicopatologico" che gli psichiatri della Dozza e di Piacenza avrebbero rilevato nel detenuto. Proprio per il "trattamento farmacologico importante" a cui ora è sottoposto e che lo rende assente e ne complica la comunicazione, del resto, Padovani ieri ha preferito non comparire all’udienza. L’avvocato Bordoni, alla luce anche della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha ritenuto come l’infermità psicofisica di un imputato, oltre a quella mentale, possa comprometterne la capacità di stare in giudizio, ha sottolineato che pure "un gesto evidentemente atroce come quello compiuto da Padovani non deve oscurarne le condizioni di salute".

Alla perizia non si sono opposte la Procura – in aula le pm Lucia Russo e Francesca Rago – né le parti civili costituitesi poco prima, cioè la famiglia di Alessandra (avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini), il Comune di Bologna e le associazioni contro la violenza sulle donne. "Siamo qui per Alessandra, la sua famiglia e tutte le donne che hanno subito violenza e non sono potute arrivare a un processo", commenta il sindaco Matteo Lepore, in aula con la vice Emily Clancy.

"I problemi psicofisici lamentati da Padovani iniziano poco prima del suo interrogatorio con i pm (15 febbraio, ndr ) – attacca l’avvocato Rinaldi –, eppure lì seppe sostenere le proprie tesi per ore, tenendo testa agli inquirenti. Riteniamo sia lucido, ma non ci opponiamo alla perizia: ci darà ragione". La famiglia Matteuzzi ha a propria volta selezionato come consulenti lo psichiatra Sergio Isacco e il neurologo testista Marco Samory.

"Non sono preoccupata per l’esito della perizia – commenta la sorella di Alessandra, Stefania Matteuzzi –, io ho conosciuto Padovani. Non è un pazzo. Voleva uccidere mia sorella. Cosa vorrei dirgli? Nulla, non provo neppure rabbia nei suoi confronti perché il dolore soffoca tutto il resto. Voglio solo giustizia: l’ergastolo".

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