REDAZIONE BOLOGNA

Amarezza Cgil: "Fatto il massimo". Il centrodestra: "Un flop epocale"

I promotori ammettono: "Speravamo, almeno qui, di superare il 50 per cento. È emergenza democratica". Lisei (FdI): "Gli italiani hanno confermato fiducia a Meloni". FI: "Avviso alla coppia Lepore-de Pascale".

I promotori ammettono: "Speravamo, almeno qui, di superare il 50 per cento. È emergenza democratica". Lisei (FdI): "Gli italiani hanno confermato fiducia a Meloni". FI: "Avviso alla coppia Lepore-de Pascale".

I promotori ammettono: "Speravamo, almeno qui, di superare il 50 per cento. È emergenza democratica". Lisei (FdI): "Gli italiani hanno confermato fiducia a Meloni". FI: "Avviso alla coppia Lepore-de Pascale".

"L’amarezza c’è. Negli ultimi giorni, in città, c’era un clima di fermento e partecipazione: almeno qui il quorum si poteva raggiungere...". Michele Bulgarelli, segretario della Cgil di Bologna, non nasconde la delusione per il risultato dei referendum, anche sotto le Due Torri. "Il rapporto straordinario con il Comitato per la cittadinanza non è bastato: noi, però, abbiamo scelto la democrazia, che è la strada più difficile, e ripartiremo da qui", chiude Bulgarelli. Il livello regionale del sindacato, con il segretario Massimo Bussandri, allarga le braccia: "Era lecito aspettarsi di più, ma non potevamo fare più di ciò che è stato fatto: 8.000 assemblee e 1.000 iniziative referendarie in una condizione di pesante oscuramento".

Il candidato alla segrerteria bolognese del Pd, Enrico Di Stasi, guarda il bicchiere mezzo pieno: "Non abbiamo raggiunto il quorum, ma questo è un seme piantato. Ci conforta il positivo risultato di Bologna e l’exploit di Anzola dell’Emilia, che ha superato il quorum (50,16%): i cittadini hanno dimostrato di avere la grinta per partecipare alla vita del Paese e cambiare le cose". Il deputato dem Andrea De Maria parla di un "dato bolognese importante, nella nostra realtà il lavoro svolto ha dato i suoi frutti, anche se l’esito complessivo della battaglia referendaria è negativo". Molto critica sulla gestione attuale dem l’europarlamentare Pd Elisabetta Gualmini, bonacciniana: "Aver mobilitato il partito, i circoli e i dirigenti su un referendum che doveva correggere gli errori del vecchio Pd è stato un boomerang un referendum politico contro se stessi, e così aver rotto l’unità sindacale in una rinnovata cinghia di trasmissione con la sola Cgil. Auguriamoci una discussione franca magari anche con quelli dell’attuale Pd". "Si è mancato l’obiettivo e quando oltre due terzi degli italiani non rispondono è necessario riflettere", dice lapidario il presidente Pd (ed ex governatore) Stefano Bonaccini.

Bordate dal centrodestra, con il senatore Marco Lisei (FdI) che va giù pari: "Esito referendum scontato, sinistra sconfitta e governo rafforzato. Gli italiani hanno respinto senza appello i quesiti ideologici e propagandistici della sinistra, usati più per dinamiche interne che per risolvere i problemi reali dei cittadini. Grave che si siano spesi tanti soldi per i capricci di Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni". Stessa linea da Di Benedetto (Lega): "L’Italia e gli italiani hanno bocciato un quesito per la cittadinanza facile e quattro quesiti che erano una sorta di referendum contro loro stessi". Poi, una staffilata al sindaco: "Mi auguro che Lepore ora torni a fare il Sindaco invece che continuare a occuparsi di campagne elettorale", dice Di Benedetto.

Dura anche la consigliera regionale di Forza Italia, Valentina Castaldini: "Nel Comune di Bologna gli elettori alle urne per il referendum sono stati 77.000 rispetto alla platea delle regionali di 102.000 elettori del campo largo. Un messaggio chiaro per la coppia de Pascale-Lepore di un elettorato che non è confuso, ma che chiede, una volta eletti, di prendere decisioni, di non dare sempre responsabilità ad altri e di non inseguire le sirene di chi pensa di costruire il consenso non su un lavoro ma rimanendo sulla strada di una campagna elettorale permanente e populista".

Andrea Bonzi