Covid Bologna, l'appello dei presidi: "Rinviare il rientro a scuola"

Oltre trenta dirigenti hanno firmato una petizione indirizzata al premier Draghi e al ministro Bianchi: "Situazione ingestibile"

Covid, l'appello dei presidi

Covid, l'appello dei presidi

Bologna, 7 gennaio 2022 - Sono più di trenta (oltre cento in Emilia Romagna) i presidi metropolitani che hanno sottoscritto la petizione nazionale per chiedere "la sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane". A lanciarla un gruppo di colleghi per i quali il posticipo con Dad "è sicuramente preferibile a una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa".

Timori e contagi ma oggi comunque in Emilia Romagna si ritorna in classe. La campanella, fissata dalla Regione, suonerà per gli istituti comprensivi 8,11,13, 16, 20 e 21 e per quasi tutte le superiori. Alcuni istituti, per lo più comprensivi, nella loro autonomia, riapriranno, invece, il 10. Al pari dell’Iis Belluzzi Fioravanti che, unica superiore, spalancherà il suo cancellone lunedì. Già ma come si riapre? "I problemi sono tanti", osserva Lamberto Montanari presidente regionale Anp, l’Associazione nazionale presidi che, al pari della petizione, chiedeva un rientro fra due settimane per avviare screening di massa. "Non ci hanno ascoltato – allarga le braccia Montanari –. Si ritorna in classe alla cieca: sarà l’anno zero perché domani (oggi, ndr) non sapremo quanti docenti, segretari o studenti saranno assenti e quanti presenti. Con le nuove regole della quarantena ancora da rodare e con molti punti da chiarire. E poi le mille difficoltà organizzative".

Sui dirigenti pende, inoltre, la spada di Damocle delle sospensioni: docenti no vax e che andranno sospesi. In media, calcola Montanari, "saranno minimo uno o due casi a scuola. Come saranno sostituiti se le graduatorie sono esaurite?". E i tra dirigenti è ormai chiaro come oggi "rientreremo facendo finta che tutto funzioni, ma invece i disservizi saranno molti". Le stesse norme appena approvate per le quarantene sono "ambigue". Dai due tamponi per le elementari: T0 (subito) e T5 (dopo cinque giorni) che "nessuna Ausl ha garantito" alla verifica degli studenti non vaccinati. Fino alle classi che rischiano di avere studenti in Dad e in presenza, un ossimoro". Così si torna alla petizione nazionale qui firmata, tra gli altri, da Filomena Massaro preside Ic 12; Mauro Borsarini dell’Iis Archimede; Fulvio Buonomo del liceo Fermi; Cinzia Quirini dell’Ic di San Giorgio di Piano; Federica Roux dell’Ic 7; Tiziana Tiengo del liceo Da Vinci e Carmelo Adagio Ic di Gaggio Montano.

"Da due anni lavoriamo per garantire un servizio scolastico gravemente provato dalla pandemia. Lo facciamo spesso sopperendo alla mancanza delle più basilari condizioni strutturali e organizzative – si legge nel testo indirizzato al premier Mario Draghi e al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi –. A pochi giorni dall’inizio delle lezioni dopo la pausa natalizia, durante la quale non ci siamo mai fermati, stiamo assistendo con preoccupazione crescente all’escalation di assenze. Abbiamo personale sospeso perché non in regola con la vaccinazione obbligatoria e personale positivo al Covid, che non potrà prestare servizio e nemmeno potrà avere, nell’immediato, un sostituto".

Privi di personale, "non sapremo come accogliere e vigilare su bambini e ragazzi. Ci troveremo nell’impossibilità di aprire i piccoli plessi e garantire la sicurezza e la vigilanza". Si tratta di una "situazione epocale, mai sperimentata prima, rischiosa e ad oggi già prevedibile. Non è possibile non tenerne conto".

Federica Gieri Samoggia

 

 

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