BolognaFiere, torna l’utile nei conti: "Fari puntati sul mercato indiano"

Ricavi, balzo in doppia cifra. Il direttore generale Bruzzone: possiamo ancora migliorare le performance

BolognaFiere, torna l’utile nei conti: "Fari puntati sul mercato indiano"

BolognaFiere, torna l’utile nei conti: "Fari puntati sul mercato indiano"

BolognaFiere festeggia il ritorno all’utile. Con un netto di 732mila euro, infatti, l’ente fieristico del capoluogo emiliano-romagnolo si lascia alle spalle il rosso del 2022 (-5,3 milioni) e brinda all’aumento dei ricavi in doppia cifra (233,5 milioni, +17 per cento sull’anno precedente) e al boom di oltre il 50 per cento dell’Ebitda adjusted (a 29,6 milioni). È Antonio Bruzzone, direttore generale di BolognaFiere, a snocciolare i dati del bilancio 2023, "un buon anno", osserva senza facili trionfalismi. E rilancia: "Possiamo ancora migliorare nelle performance".

Direttore Bruzzone, come giudica questi primi mesi dallo sbarco in Borsa, avvenuto alla fine dello scorso anno?

"Il posizionamento in Borsa ha certamente comportato un miglioramento delle analisi e della gestione interna. In sei anni, i ricavi dell’azienda sono cresciuti da 106 a oltre 230 milioni, questo è il momento del consolidamento. E mi sembra che la società ora sia ben solida".

Luci e ombre, cosa si aspetta dal 2024?

"L’unica ombra che vedo è quella data dallo scenario internazionale, molto caldo ma anche indipendente dalla nostra volontà: è indubbiamente l’aspetto la cui lettura è più difficile. A livello di comparto, invece, non vedo problemi in arrivo: le manifestazioni stanno andando molto bene, da ArteFiera a Marca, passando per il Cosmoprof Miami, finalizzato al presidio del settore beauty e del mercato americano. Tutti eventi in linea con le nostre previsioni o che hanno performato anche meglio".

Quali le prossime opportunità all’orizzonte?

"Sul mercato italiano siamo sempre concentrati nel migliorare le nostre performance e nel diventare sempre più appetibili per attrarre organizzatori esteri. Fuori dai nostri confini, stiamo guardando prevalentemente l’India. Poi, certo, resta forte l’attenzione sui mercati tradizionali, come gli Stati Uniti e la Cina, dove siamo posizionati in maniera importante. Ma diciamo che la novità di quest’anno è l’attenzione al mercato indiano".

Nei prossimi anni, con il distretto Tek, che mette al centro il Tecnopolo, l’area attorno al quartiere fieristico cambierà enormemente. Nel progetto ci sono viali alberati, un lido e una grande arena. Quanto può incidere questa trasformazione sul vostro business?

"È un’opportunità per avere più appeal e proseguire in quell’attività di diversificazione che vede altre presenze inserite nel nostro quartiere: penso al Comunale Nouveau, alle partite della Virtus, all’Europauditorium, che è ormai una vicinanza consolidata. Un modo per animare le aree perimetrali della nostra zona, con spazi polifunzionali che possono dare e ricevere vantaggi. Per quanto riguarda il Tecnopolo, la sfida è già stata vinta, ora l’obiettivo ulteriore sarà di gestire al meglio la capacità attrattiva di un tale gioiello hi-tech".

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