Carcere, risse e disagio "Il Pratello scoppia"

Venerdì un sedicenne ha tentato il suicidio, salvato dalla penitenziaria. I sindacati: "Troppi ragazzi in poco spazio, la situazione è compromessa"

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di Nicoletta Tempera

La prima questione è il disagio. La seconda, non meno importante, la sicurezza. Al Pratello, da qualche tempo, i problemi coesistono. E la situazione si fa ogni giorno più grave. Da mesi i sindacati di penitenziaria denunciano un malessere tra i ragazzi del primo piano della struttura, dove si trovano esclusivamente i minorenni. E venerdì sera si è sfiorata la tragedia, quando un sedicenne tunisino, dentro per spaccio, ha utilizzato un lenzuolo come cappio, tentando di impiccarsi. È stato salvato grazie all’intervento tempestivo degli agenti. Il ragazzo era uscito nello stesso pomeriggio dall’ospedale, dove era stato ricoverato 10 giorni per aver messi in atto gesti autolesionistici. Un paio di giorni prima, sempre in orario serale, quando c’è meno personale, altri due ospiti dell’Ipm, anche loro di origine tunisina, hanno ingerito delle pile. E ancora, un altro ragazzo ha dato fuoco al lenzuolo della sua cella. "La situazione al Pratello è insopportabile e desta forte preoccupazione. Se non fuori controllo, è compromessa – spiegano Salvatore Bianco, responsabile Fp Cgil, e Giuseppe Merola, responsabile nazionale Fp Cgil penitenziaria Dcgm.–. E se a questo siamo arrivati, è responsabilità dell’Ammistrazione centrale, che ha scelto la quantità a scapito della qualità. Noi stiamo pagando la scelta. Da tempo chiediamo la riduzione della capienza detentiva: allo stato attuale si contano più di 40 minori ospitati, tra cui soggetti psichiatrici".

"La struttura del Pratello non è adeguata a reggere un simile numero di ragazzi ristretti – sono invece le parole di Nicola D’Amore del Sinappe –. Non c’è da dire nulla sulle attività educative poste in essere nell’Ipm, ma per consentire l’aumento della capienza si sono sacrificati gli spazi per i minori, che una volta rientrati in cella non hanno modo di fare altro che rimanere a letto". Un malessere che si è trasformato in una sorta di rivolta, messa in atto attraverso vandalismi, risse, incendi e anche episodi autolesionistici."Un fatto gravissimo – ribadisce Anna La Marca, segretaria regionale del Sinappe – che riporta all’attenzione quanto denunciato nei giorni scorsi in un incontro con il Comune e con quanti si occupano di minori privati della libertà, garanti compresi".

Se al Pratello la situazione è pesante, alla Dozza la crisi è la regola. Lo dimostra l’esito del controllo messo in campo con l’auslio di unità cinofile arrivate da fuori regione (perché la penitenziaria dell’Emilia-Romagna non le ha) che ha permesso di rinvenire, addosso a cinque detenuti, alcuni grammi di hashish. "Grazie ai colleghi che hanno effettuato i controlli – spiega Vitaliano Cinquegrana del Sinappe –. Se avessimo cani anche qui, potremmo riuscire a contrastare con più efficacia la circolazione della droga in carcere".

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