AMALIA APICELLA
Cronaca

Cazzullo: "La Bibbia parla di ognuno di noi"

Questa sera al Duse con Moni Ovadia. Il racconto procede per capolavori dell’arte: "Dalla mi portava a vedere i rilievi di San Petronio"

Lo scrittore Aldo Cazzullo con l’attore e musicista Moni Ovadia stasera al Duse raccontano la Bibbia

Lo scrittore Aldo Cazzullo con l’attore e musicista Moni Ovadia stasera al Duse raccontano la Bibbia

Aldo Cazzullo nel ruolo del narratore, Moni Ovadia nei panni di Dio. Il romanzo della Bibbia, stasera alle 21 al Duse, è una storia narrata a due voci. Al centro del racconto ci sono alcuni degli episodi e dei personaggi più noti dell’Antico Testamento: dalla Creazione a Sodoma e Gomorra, da Adamo ed Eva all’Arca di Noè, da Abramo fino alla profezia di Isaia che preannuncia l’arrivo del Messia.

Ovadia, attore e attivista per i diritti civili, interpreta il protagonista, Dio appunto, "ma diventa anche Abramo, Giobbe, Giuseppe. Canta le canzoni ebraiche, ma pure Let my people go / Go Down Moses di Louis Armstrong, Joshua fit the battle of Jericho e alla fine l’Hallelujah di Leonard Cohen, accompagnato dalla violoncellista e compositrice Giovanna Famulari", spiega Cazzullo, giornalista e scrittore. Un racconto che procede anche per immagini, a cura di Elisa Savi, in parte tratte dai capolavori dell’arte, in parte realizzate con l’Ai.

Aldo Cazzullo, nel libro Il Dio dei nostri padri (il più venduto del 2024) scrive di aver ripreso in mano la Bibbia al capezzale di suo padre. Che ruolo ricopre la fede nella sua vita?

"Ho avuto una formazione cattolica, come molti italiani, ho fatto il chierichetto, ma con il tempo me ne sono allontanato. Ho sempre coltivato l’interesse per le questioni religiose e per l’arte ispirata dalla religione. Nella Bibbia Dio vieta di raffigurare la sua immagine, per fortuna noi italiani gli abbiamo disobbedito e da Giotto a Renato Guttuso, da Donatello a Giacomo Manzù, passando per Michelangelo, Leonardo e Raffaello, abbiamo creato i più grandi capolavori dell’arte occidentale".

Perché portare la Bibbia a teatro?

"Come di ogni grande storia, anche della Bibbia si può dire ’de te fabula narratur’ (la storia parla di te). Ognuno di noi è stato Caino quando ha invidiato. Ognuno di noi è stato Davide quando ha affrontato una sfida impossibile. Anche se non la leggiamo, se l’abbiamo dimenticata, le sue storie ci appartengono".

La sala di questa sera si avvicina al sold-out. Qual è il suo rapporto con Bologna?

"Parlando di Bologna penso a Lucio Dalla, siamo stati molto amici. Mi portava a vedere i bassorilievi di Jacopo della Quercia sulla facciata di San Petronio, capolavori assoluti, come l’Arca di San Domenico e il Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca".

Parlavate di fede?

"Conduceva una vita da artista, libera, ma era molto credente. Diceva sempre che l’esistenza è solo il primo tempo e che il bello sarebbe arrivato dopo. Mi ricordo il suo meraviglioso funerale in San Petronio. Un unico neo: non si poteva fare musica. Un Ciao finale avrebbe sciolto la tensione del pianto".

A tutti i suoi intervistati chiede se credano nell’aldilà. Lei ci crede?

"Non lo so, ci spero. Mio padre, che ha avuto un’esperienza pre-morte, mi ha detto: ‘Aldo, ho la risposta alla tua domanda: l’aldilà esiste’.‘Ma sei sicuro papà?’, gli ho chiesto io. E lui mi ha risposto di no, non era sicuro, però ne era convinto. La sua non era stata solo una visione, aveva sentito la presenza di suo padre al suo fianco, che lo confortava, gli faceva coraggio. Non so se sia un meccanismo che la mente fa scattare nel momento drammatico o se sia frutto dell’immaginario cattolico in cui è cresciuto, ma si è spento con questa grande speranza".