Bologna, 23 febbraio 2018 – Prima il ‘botto’, con il dramma di quasi un migliaio di lavoratori rimasti senza impiego e passivi per centinaia di milioni di euro.
Poi l’indagine. Anzi le indagini, perché al momento i fascicoli sono due, sul tavolo del pm Nicola Scalabrini. Sotto la lente due colossi, le ‘gemelle’ dell’edilizia cooperativa emiliano-romagnola: Coop Costruzioni e l’imolese Cesi. Ad accomunarle il successo e il declino. Per anni nella top 10 delle imprese costruttrici nazionali, forti di un mattone che ‘tirava’ come non mai e di commesse che arrivanano come pioggia dal cielo.
Poi la crisi, le difficoltà di cassa e la decisione – imposta – della liquidazione coatta. A saltare per prima è stata la romagnola Cesi, nell’estate 2014, affondata sotto i colpi di un passivo che, con le tardive, è arrivato a 480 milioni di euro. Poi è stata la volta di Coop Costruzioni, un anno dopo, schiacciata da 252 milioni di euro di debiti.
Tante le attività finite nel mirino, sebbene la procura stia vagliando a 360 gradi l’operato delle due coop soprattutto nella fase finale della gestione in bonis, quando ormai i bilanci erano compromessi. E tra queste attività, nel caso di Coop Costruzioni, è finita ad esempio la decisione di liquidare una serie di creditori anziché altri. Pagamenti già contestati dalla procedura, ma che potrebbero adombrare l’ipotesi della bancarotta preferenziale.
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