Bologna, 25 aprile 2025 – Uova scagliate sul Provveditorato, scritte contro le forze dell’ordine sui muri della città e spunta anche una bandiera dell’Europa bruciata. Questi i risultati del corteo "contro tutti i fascismi, il riarmo, la guerra e le crisi", guidato da Potere al Popolo e altri movimenti, collettivi e partiti di sinistra, nell’ambito delle celebrazioni dell'80esimo anniversario della Liberazione.

Oltre duemila persone sono partite alle 11 da piazza dell’Unità in direzione Porta Sant’Isaia. Nonostante la ‘sobrietà’ richiesta dal governo, alcuni manifestanti incappucciati hanno disatteso l’invito, colorando i muri di via Mascarella, via Petroni e Strada Maggiore scagliandosi contro le forze dell’ordine. "Acab”, “Vogliamo tutto”, “No ddl sicurezza”, “Ramy vive” e “Stop al riarmo”. Queste alcune delle scritte della zona universitaria.
Nel mentre altre persone alzavano cartelli dove la premier Giorgia Meloni e il ministro Matteo Salvini vengono descritti come "responsabili del genocidio di Gaza”. Ad alimentare la camminata della tarda mattina è il ‘classico’ Bella Ciao: “Il 25 aprile non è un anniversario da cartolina, è un grido che si alza forte ogni giorno che la violenza del potere si scaglia contro chi lotta”, rivendicano i presenti alla manifestazione.
Fratelli d’Italia: “Bologna devastata”
“Il corteo violento di Potere al Popolo, Cambiare Rotta, Osa e altre sigle dell'antagonismo, che niente hanno a che fare con le celebrazioni del 25 aprile, imbratta la città”. Lo dice Stefano Cavedagna, europarlamentare di Fratelli d'Italia, riferendosi agli imbrattamenti con scritte sui muri durante la manifestazioni, documentati da video che circolano sui social.
“Muri e portoni danneggiati con frasi che incitano all'odio o attaccano il pacchetto sicurezza del Governo. Come al solito questo giorno diventa, per alcuni, una scusa per devastare Bologna e creare disagi ai cittadini. Uno scempio che la nostra città non merita. Perché Lepore sta sempre in silenzio e non dice nulla a riguardo? Chi pagherà per tutti questi danni? I cittadini sono costretti a subire e chi amministra la città fa orecchie da mercante. Ormai Bologna è tenuta sotto scacco da questi soggetti che, nei fatti, vengono lasciati liberi di fare quel che vogliono dall'amministrazione Lepore", attacca Cavedagna.