Nicola Bianchi
Cronaca

"Dalle acque capiremo dove trovare il Covid"

Ecco il lavoro di Iss e Hera. "Tracce di Sars-Cov-2 in città già dal 29 gennaio". Altri 100 campioni pronti per essere analizzati

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Tracce di Covid a Bologna fin dal 29 gennaio. Se non addirittura prima, qualora il campione del 10 dicembre risultasse tra pochi giorni positivo. Lo studio, in via di pubblicazione, si chiama Indicazioni ad interim su acqua e servizi igienici in relazione alla diffusione del virus Sars-Cov-2 e porta la firma dell’Istituto superiore di sanità realizzato, in collaborazione con Hera, attraverso l’analisi di acque di scarico raccolte in tempi antecedenti al manifestarsi del Covid-19. "Il monitoraggio delle acque reflue – spiega Chiara Lambertini, direttrice dei laboratori di Hera Tech – ci può indicare dove trovare il virus e ciò può permetterci di anticipare l’andamento epidemiologico".

Corticella. I prelievi sono stati effettuati nel depuratore di Corticella, il più grande di Bologna. Iniziati a ottobre, "andranno avanti almeno fino alla fine dell’anno per vedere il nuovo corso". E se a Bologna la presenza di Rna di Sars-Cov-2 è di fine gennaio, nelle acque di scarico di Milano e Torino ancora prima. "Lo studio – spiega Giuseppina La Rosa dell’Iss – ha preso in esame 40 campioni di acqua reflua raccolti da ottobre 2019 a febbraio 2020 e 24 campioni di controllo per i quali la data di prelievo (settembre 2018-giugno 2019) consentiva di escludere con certezza la presenza del virus. I dati, confermati nei due diversi laboratori con due differenti metodiche, hanno evidenziato presenza del virus nei campioni prelevati a Milano, Torino (18 dicembre) e Bologna. Nelle stesse città sono stati trovati campioni positivi anche nei mesi successivi di gennaio e febbraio, mentre quelli di ottobre e novembre, come pure tutti i campioni di controllo, hanno dato esiti negativi".

Ecco Hera. Da marzo, poi, l’Iss si è avvalsa della stretta collaborazione di Hera che ha già pronto un centinaio di ’nuovi’ campioni da analizzare e spedire all’Istituto superiore di sanità. "L’obiettivo – riprende Chiara Lambertini – è aggiungere questa informazione ad altri dati di carattere sanitario e demografico per capire il trend di sviluppo della malattia nella comunità servita da quella rete". La frequenza delle campionature (un campione è mezzo litro di acque reflue) è settimanale e avviene all’ingresso del depuratore di Corticella. Il ruolo della multiutility è prelevare e analizzare, mentre tutto ciò che riguarda la correlazione con il virus viene fatta poi da Roma. Infine la rassicurazione: "Nell’acqua potabile? – chiude Lambertini – No, non c’è il virus".

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