
Don Elia Comini, durante la Seconda Guerra Mondiale aiutò la popolazione a Montesole
Bologna, 18 dicembre 2024 – Don Elia Comini diventerà beato. Papa Francesco infatti durante l’udienza con il Dicastero delle Cause dei Santi, ha ufficialmente certificato il martirio del sacerdote salesiano, passo fondamentale per la canonizzazione.
Il suo servizio a Monte Sole durante la Seconda guerra mondiale e il suo sacrificio per soccorrere la popolazione, gli costarono la cattura da parte dei nazisti e la successiva uccisione (insieme ad altre 44 persone) a Pioppe di Salvaro. Proprio la sua dedizione alla fede e l’impegno verso la comunità, hanno reso possibile il riconoscimento del martirio di don Elia Comini da parte del Papa.
La vita di don Elia Comini
Don Elia Comini nasce in località “Madonna del Bosco” di Calvenzano di Vergato (Bologna) il 7 maggio 1910. Viene ordinato sacerdote il 16 marzo 1935 a Brescia, vivendo nel mentre in provincia precisamente a Chiari, nelle case salesiane.
Nell’estate del ‘44, don Comini torna nell’Appennino bolognese per aiutare la mamma malata, rimasta sola e ormai anziana. Durante quel periodo, si dedicò anche ad aiutare la popolazione colpita dalla guerra e a celebrare la liturgia. Inoltre cercò di fare da “mediatore” tra il popolo, i partigiani e i soldati tedeschi che occuparono il posto per un mese.
Il 29 settembre 1944, dopo un massacro compiuto a Creda dai nazisti, don Elia si recò sul posto insieme a padre Martino Capelli per portare con conforto spirituale ai morenti. Identificato come sacerdote, fu catturato e privato dei suoi simboli religiosi.
La sera dell’1 ottobre 1944 fu ucciso insieme ad altri innocenti presso Pioppe di Salvaro.
I ringraziamenti del cardinale Matteo Zuppi
“Ringrazio Papa Francesco – afferma il cardinale Matteo Maria Zuppi – per questo nuovo dopo alla chiesa di Bologna e ringrazio quanti hanno lavorato in questi anni per mettere in luce la storia esemplare di don Elia Comini e dei martiri di Monte Sole, di cui quest’anno ricordiamo l’ottantesimo anniversario. La sua e la loro memoria ci aiuterà d testimoniare nelle prove di oggi la forza dell’amore di Dio e la vicinanza alla gente”.
Chiara Pazzaglia, presidente delle Acli di Bologna, commenta: “Dagli eccidi nazisti agli attentati ai treni a San Benedetto Val di Sambro, più di recente, è importante fare memoria di quanto accaduto, per far sapere alle giovani generazioni che i nostri padri hanno conosciuto molto bene, purtroppo, il male del nostro tempo. Occorre ricordare e celebrare per non dimenticare, perché tutto questo non debba più accadere”.