"Don Ubaldo adesso guidaci anche da lassù"

I giovani di Estate Ragazzi hanno voluto ricordare il sacerdote durante le esequie: "Ci hai insegnato la felicità del vivere insieme"

Migration

"Caro Don, abbiamo fatto insieme un bel viaggio. Seguiremo il tuo insegnamento e tu dal cielo continua a guidarci". Con le parole lette da Marta Pinto a nome del gruppo dei giovani e degli animatori di Estate Ragazzi, ieri mattina è stato tutto un paese a congedarsi dal suo parroco: don Ubaldo Beghelli, Abate di Monteveglio e Oliveto, decano dei sacerdoti della Valsamoggia e titolare della parrocchia della Beata Vergine Assunta, comunità che ha guidato per 45 anni. Aveva 83 anni di età, ma il suo legame coi giovani è emerso anche ieri mattina nella profondità di un rapporto che dalla figura del padre è sfumata in quella del nonno, senza perdere di intensità. "Eri piccolo solo di stazza. Ci hai battezzati, cresimati, e tanti anche sposati -ha continuato la giovane- Ci hai insegnato la gioia di vivere, il valore del sorriso e la felicità del vivere in una comunità".

Sullo schermo aperto sul lato dell’altare si succedevano le immagini dei ricordi indelebili che hanno segnato almeno due generazioni di questo paese ad altra intensità spirituale, dove operano anche le comunità religiose dei Fratelli di San Francesco e i dossettiani della Piccola famiglia dell’Annunziata, ben rappresentati ieri mattina nella chiesa voluta, costruita in pieno centro urbano e conclusa nel 2002 grazie alla determinazione del sacerdote originario di Monte Severo di Monte San Pietro. Il quale insieme alla fede ha coltivato anche l’amore per l’arte e l’architettura sacra promuovendo il restauro di quadri, crocifissi e paliotti, e degli oratori di Sant’Egidio e di Santa Maria delle Grazie, a Stiore ed Oliveto. Ma la sua attenzione principale l’ha dedicata alle persone, ai vicini e ai lontani. E anche nei momenti più drammatici, com’è accaduto lo scorso anno con l’assassinio di Chiara Gualzetti, si è confermato un punto di riferimento spirituale per tutti.

"Credenti e non credenti, allergici e credenti a corrente alterna" ha sottolineato il cardinal Zuppi che ha presieduto la messa e il rito funebre affiancato da una quarantina di sacerdoti, e poi diaconi, lettori e chierichetti. I campanari hanno sottolineato il rito con il concerto di campane, gli animatori di estate ragazzi in maglietta gialla hanno cantato in coro. In prima fila il sindaco e sullo sfondo il gonfalone comunale e le insegne della Pubblica assistenza di Castello di Serravalle. Sotto l’altare la fotografia di don Ubaldo in udienza dal papa Francesco. "Avete giustamente adottato l’immagine del Buon Pastore che don Ubaldo ha incarnato accogliendo tutti col sorriso e donando la sua bontà a chi cercava un po’ di luce", ha detto Zuppi nella sua omelia.

Gabriele Mignardi

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro